THE DARK ELEMENT - The Dark Element

Frontiers
Se qualcuno si chiede dove sia finita la splendida cantante Anette Olzon, che qualche anno fa portò con la sua timbrica, ancora più in alto il nome dei Nightwish, andando a confezionare insieme a loro due grandi album, Dark Passion Play e Imaginareum, eccola qui, sul finire di questo 2017 con un nuovo progetto musicale dal nome The Dark Element. Accompagnata da un altro grande musicista e compositore Jani Liimatainen che tra l’altro conosce molto bene, la cantante da inizio ad un’altra avventura, muovendosi sempre in territori symphonic metal, quindi non allontanandosi troppo da quello fatto con la sua precedente band. Su quest' omonimo disco la troviamo in gran forma, a iniziare proprio dall’iniziale The Dark Element, che da le coordinate stilistiche anche per le canzoni successive. Le doti vocali indiscusse non sono certamente un mistero per nessuno, diviene sempre un piacere poter ascoltare tanta potenza e melodia mescolati in maniera superlativa come nella seconda My Sweet Mystery.

Musicalmente molto vicino, a volte troppo a Dark Passion Play, in alcuni casi sembra sentire brani estratti da quella perla di disco. Non sappiamo dire con certezza se questa cosa sia un bene o male. Per i detrattori si tratterà sicuramente di una mossa puramente commerciale e anche dell’andare a ripescare soluzioni già messe in atto precedentemente. Poi ci saranno invece tutte quelle persone che guarderanno avanti, concentrandosi sulla sua prestazione vocale e sull’appoggio che gli altri musicisti danno al disco, rilasciando sicuramente solo buone impressioni. La sola differenza col passato sta nel fatto che in questo caso la band di Anette suona meno orchestrale, il che dona sicuramente una marcia parzialmente diversa. Diversi i brani da segnalare e che rimangono comunque in mente dopo il primo ascolto, e parliamo di: Here’s To You, Halo oppure The Ghost And The Reaper. Tutti i brani sono ben bilanciati tra parti veloci, sinfoniche e melodiose. Produzione ovviamente ottima, in cui il tutto è curato nei minimi particolari, senza sbavature. Una menzione a parte viene data all’ultimo brano, un piccolo gioiello acustico, Dead To Me, che chiude in modo egregio un ottima prova. 

Voto: 7,5/10

Sandro Lo Castro