UNREAL TERROR - Intervista alla Band


Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

Luciano: The New Chapter è un album che vuole colmare un divario durato tre decenni e che ci ha tenuto lontano dalla scena metal per troppo tempo. Ha il difficile compito da un lato di rispettare la nostra tradizione musicale e dall’altro di aprirsi a sonorità contemporanee. A giudicare dalle recensioni uscite finora, sembra che ci siamo riusciti.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

Enio: Gli Unreal Terror nascono nel 1984 dopo che chiudemmo il capitolo UT, grande esperienza di un Rock cantato in italiano che vedeva oltre me, Mario Di Donato e Silvio"spaccalegna" Canzano che oltre a suonare la batteria era anche il vocalist della band. Un'esperienza meravigliosa durata 10 anni on the road.


Come è nato invece il nome della band?

Enio: Dopo l'esperienza UT decidemmo di invertire la rotta e adottare la lingua inglese e inserire un vocalist. L'ingresso nei primi mesi del 1984 di "Ben" Spinazzola portò anche al cambiamento del nome, infatti lui ci propose di modificare la "U" in Unreal e la "T" in Terror e così fu.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

Luciano: I testi sono per me fondamentali. In questo ultimo lavoro in particolare, ho voluto giocare con le metriche, col suono stesso delle parole. In passato preferivo un approccio più descrittivo, più didascalico. Adesso mi piace sperimentare con le sonorità e i ritmi delle parole stesse. Credo siano diventati testi più personali, più intimi, che spesso esprimono emozioni vissute in prima persona. Trickles Of Time è un po’ il testamento degli anni che sono passati per me fino ad ora.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

Enio: Credo che i brani degli Unreal Terror sia quelli vecchi e sia i nuovi, abbiano una fottuta melodia che ti avvolge subito e ti rimane in testa. Luciano è bravissimo a creare dei riff e cori efficaci. Poi noi siamo animali da palco e credo che vederci live sia un'altra bella esperienza. Il nuovo "The new chapter" è stato scritto dopo 30 anni, ma ha la peculiarità di essere fottutamente al passo coi tempi, sia come è scritto e sia per le sonorità adottate.

Come nasce un vostro pezzo?

Luciano: Lo “scribacchino” sono io (risate). Compongo alla chitarra l’armonia, le linee melodiche e abbozzi generali dei riff che poi i miei chitarristi perfezionano. La mia è una scrittura molto melodica. Sono pezzi che potrebbero funzionare molto bene anche acusticamente, data la grande componente melodica che li caratterizza.


Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

Luciano: Quale padre ammetterebbe di avere preferenze per un figlio? (risate) Forse The Thread. Anche la mia Arianna (moglie N.d.R.) mi tira fuori d’impiccio con un filo come per il Teseo della storia raccontata nel brano.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Luciano: Maiden, Priest, Black Sabbath, Dio, Queensryche… la lista è lunga.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live? 

Enio: Abbiamo pianificato con Antonio Keller (Jolly Roger Record) tutta la promozione su "The new chapter". È partita coinvolgendo Radio, riviste specializzate, web ecc. Abbiamo pianificato un mini tour a supporto live ( in funzione della logistica di Luciano che vive a Los Angeles) che ci vedrà live il 7-8-9 e 28 dicembre rispettivamente a Roma,Firenze, Ascoli Piceno e nella nostra città Pescara.


E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

Enio: Ci stiamo pensando, il 2018 è tutto da scrivere.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

Enio: in Italia ci sono band che non hanno nulla di meno rispetto a quelle europee e americane e soprattutto molti dei nostri musicisti sono ad alti livelli rispetto a certi pseudo blasonati stranieri. Il nostro problema è sempre lo stesso : non ci sono spazi a sufficienza per il Metal e non c'è molto supporto da parte dei ragazzi verso le band nostrane.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Luciano: Ci ha assolutamente favoriti. E parlo della tecnologia in senso lato, non solo in relazione all’aspetto promozionale. Poter fare le prove a 10.000 km di distanza sarebbe stato impensabile solo pochi anni fa. Io personalmente sono estremamente affascinato dalle nuove tecnologie.


Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Luciano: Non credo possiamo essere considerati una band super-tecnica, alla Dream Theater. E francamente mi interessa poco. Quando ero più giovane, era molto affascinato dal virtuosismo strumentale. Oggi tende ad annoiarmi un po’. Tendo a giudicare molto di più il songwriting, la capacità di scrivere brani di impatto. Mi piace una tecnica al servizio della musica e non viceversa.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Enio: Mi piacerebbe molto lavorare con Deve Lombardo lo ritengo un grande.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Luciano: Vi aspettiamo ai nostri concerti. Quella è la dimensione in cui gli Unreal Terror si esprimono al meglio.

Maurizio Mazzarella