MYR - Intervista alla Band


Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

Ciao a tutti! Habits, nostro secondo album pubblicato da Revalve Records, è prima di tutto un disco prog metal, in cui abbiamo affinato le idee messe a punto con la nostra prima fatica (Days of Convergence), ovvero atmosfere postmoderne e metropolitane, potenti riff carichi di groove, un approccio alla melodia sempre presente ma spesso integrato con soluzioni vocali inaspettate. Il tutto condito da suoni e arrangiamenti moderni spesso ispirati anche a generi diversi dal metal. Non è un concept ma tutti i brani sono legati dalla volontá di riflettere con luciditá (e a volte con un pizzico di cinismo) sulle mancanze e sulle lacune proprie della societá occidentale. 


Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

I membri dei MYR si conoscono e suonano insieme dal lontano 2003! Ma a quei tempi era tutto diverso, era il classico gruppetto tra liceali. Solo nel 2009 abbiamo deciso di fare sul serio. E sono nati i MYR.

Come è nato invece il nome della band?

È nato dopo una ricerca estenuante, culminata una sera durante una cena alcolica che ha dato ottimi frutti! Trovammo questo nome fantastico, che in geologia indica un'unitá di tempo di un milione di anni. Veramente un moniker di cui ci siamo innamorati da subito.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

Come ti dicevo prima le nostre canzoni riflettono molto sulle tematiche sociali, cercando di offrire delle riflessioni e degli spunti originali che ogni ascoltatore può fare proprie. Abbiamo molto a cuore il tema della comunicazione tra individui, il tema della memoria, dell'amore, del sesso... e delle modalitá con cui spesso queste cose vengono distorte e logorate dall'impietoso flusso della routine quotidiana. 


Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

Ci hanno sempre definito prog metal. E in effetti è il genere dove ci sentiamo più a casa. Pur amando le soluzioni ricercate, siamo convinti che una canzone per spaccare debba partire da un'idea semplice. Ed è quello che cerchiamo di fare. Con Habits abbiamo scritto canzoni quasi tutte canzoni di durata contenuta, potenti e con melodie intriganti, ricche di dettagli ma anche "digeribili" fin dal primo ascolto. Come coordinate sonore, immaginate dei riff tra Tool, Mastodon e una spruzzatina di thrash, partiture di batteria molto tecniche e complesse, suoni di tastiera futuristici e una voce versatile e istrionica che ha nel registro melodico/potente/medio-alto la sua cifra stilistica più rappresentativa.

Come nasce un vostro pezzo?

Con tanta fatica! Scrivo quasi tutto io (Enrico / cantante), poi sottopongo il materiale agli altri e inizia un tour de force fatto di mille evoluzioni per arrivare al risultato che mette tutti d'accordo. Inutile dire che si tratta di un processo ogni volta diverso, anche perché se è vero che è possibile “educare” la propria ispirazione questa può comunque arrivare quando meno te l’aspetti e in forme differenti: a volte si parte da una melodia, a volte da un’idea di testo, a volte da un riff… non è importante il punto di partenza in sé. L’importante è riconoscerne la validità, a prescindere dalla forma in cui l’ispirazione si manifesta. Il resto è duro lavoro, ricerca degli arrangiamenti e tante ore passate a cercare le soluzioni più belle e coerenti con la nostra idea di musica. 


Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

Probabilmente la title track, Habits.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Davvero troppe. Dai maestri “classici” Iron Maiden, Metallica, Dio fino ai “maestri moderni” Tool, Mastodon, Korn, Rammstein, Type O Negative, passando anche per Death, Cynic, Dream Theater, Symphony X, King Crimson, Pink Floyd… ma anche Prodigy, Dead Can Dance…Tutti artisti citati rigorosamente in ordine sparso e assolutamente non in ordine di importanza!

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live? 

A gennaio siamo giá stati in Inghilterra per un minitour di promozione (il disco è uscito nel 2016). Abbiamo poi suonato nuovamente in Italia e stiamo preparando nuove sorprese per essere ancora più efficaci in sede live. La promozione di Habits durerà fino al 2019, anno in cui, se tutto va come deve, vogliamo pubblicare il nostro terzo album. 


E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

Diciamo che con soli due album all'attivo è davvero troppo presto.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

La scena conta tante band di livello. Il problema è quello comune alla situazione italiana generale: ci sono pochi soldi, con le conseguenze che chiunque può immaginare. Inoltre ci sono tantissime band (di cui diverse di ottimo livello) e l'offerta sta probabilmente superando la domanda.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Il web offre possibilitá incredibili, ma ovviamente necessita di un investimento importante. È inoltre impossibile fare il paragone con un'epoca precedente (es. gli anni Novanta) in cui le logiche erano completamente diverse e si vendevano ancora migliaia di copie. Per rispondere alla tua domanda, diciamo che il web è una parte fondamentale del mondo in cui viviamo e riteniamo che non si possa più pensarlo con un “di più” o una cosa di cui si preferirebbe far senza: è la pubblica piazza dei nostri tempi, prendere o lasciare. 


Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Penso che lo valorizzi in pieno, perché è ciò che amiamo di più fare.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Più che le collaborazioni, io personalmente (Enrico Giannacco, cantante) spero un giorno di incontrare Bruce Dickinson, perché è la sua voce che mi ha fatto innamorare di quello che faccio oggi.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Supportate l'underground e rimanete sempre curiosi nei confronti delle cose nuove! A presto!

Maurizio Mazzarella