MELTDOWN - Answers

Wormholedeath
La Scandinavia, da sempre fucina di innumerevoli band di svariati generi musicali, una terra in cui il proliferare inarrestabile di nuove leve e il continuo ricambio generazionale ha nella sua forza maggiore il fatto che disco graficamente escano tante volte grandi album da lì. Ed è anche il caso di questi giovani Meltdown che arrivano al debutto discografico con il loro nuovo e fresco Answers. Un disco che guarda in più direzioni, passato, presente e futuro. Il genere dal loro proposto lo si potrebbe definire magari, come recita la loro bio, metal core, ma noi pensiamo che si tratti di qualcosa che include anche tante altre influenze. Iniziamo anche col fatto che hanno deciso di presentarsi su disco con due distinti cantanti, in cui uno si cimenta in un rabbioso growl che tante volte cade nel death metal più marcio e l’altro va sulle clean vocals, dotato di una straordinaria potenza e un tipico timbro heavy.

Ok, non hanno inventato nulla di nuovo potrà affermare qualcuno, ma ciò che fanno lo sanno fare molto bene. Sanno dove arrivare e soprattutto a chi vogliono arrivare. Brani potenti, freschi e con una fluidità allucinante, scorrono via che è una piacere. A partire dalla title track posta in apertura, proprio per ribadire secondo noi ciò che è stato appena scritto. Una miscela esplosiva di thrash , death, heavy e si anche quella definizione che a tanti spesso va stretta, ovvero il core. Provate la carica distruttiva della seconda traccia Blackbox Paradise, tanto per fare un esempio, rappresentando al meglio tutto il lavoro di questi sei norvegesi che per una volta hanno scelto di non fare i classici vikings. Suoni debitori in fase ritmica ai gloriosi Pantera, con cui i nostri sembrano avere una particolare ammirazione. Otto brani con un muro sonoro impressionante, capace di spazzare via molte delle ultime uscite discografiche a cura di band ben più blasonate di loro. Potremmo citare Mariana Trench oppure la splendida Hollow con una parte iniziale acustica e che si trasforma subito in un mid tempo da far sbattere la testa su e giù per un bel po’. Ma generalmente tutti i brani sono sulla stessa e grande onda sonora. Album che dovrebbe stare all’interno delle nostre collezioni migliori. 

Voto: 8/10

Sandro Lo Castro