EXHUMED - Death Revenge

Relapse
Grande ritorno per queste colonne del death metal americano, i nostri sono dei cosiddetti “prime movers” della scena, essendo nati nel 1990,e non hanno mai cambiato stile fin dagli esordi, sono i convinti sostenitori del suono marcio, mortifero, veloce e pregno di splatter e puzzo di cadavere. Con un disco chiamato “Death revenge” cosa vi aspettate? Musica colta? L’ennesima “hit” fighettina per far piacere i ragazzini storditi dagli smartphone? ma no, tanta sana ignoranza death metal! Partendo dall’intro “Death revenge overture” che sembra rubata al buon John Carpenter per il lavoro di tastiere e orchestrazioni; si passa al brano “Defenders of the grave”, brano potentissimo, chitarre come segaossa, batteria in mid tempo e vocione da sturalavandini, una goduria, per poi passare ad un forsennato blast beats e alla doppia voce in scream e in growl ad opera di Matt Harvey che ne è anche il chitarrista e Ross Sewage bassista del gruppo e grande solo melodico che da la caratura dei nostri. “Lifeless” è un concentrato di potenza grind; riffing grattati, batteria in blast beat ad opera di Mike Hamilton, dualismo vocale da manuale, i nostri sanno colpire duro con precisione e tanta passione; c’è anche un rallentamento mortifero con solo virtuoso e ad opera del chitarrista solista Bud Burke. “Dead end” è un brano che parte con la doppia cassa sparata a mille in up tempo e le chitarre che fanno riff su riff e poi stop n’ go e blast beats, mentre scream vocals e growl narrano storie di orrore e di morte, macchina ritmica precisa, varia e con tanta personalità. “Night work” è un brano dagli echi quasi slayeriani per i riff, grande lavoro di batteria e basso, e chitarre affilate come rasoi e dualismo vocale più malato che mai e accelerazione in blast beats con solo incorporato. “Unspeakable” è un maglio diretto, senza pietà ne vuole fare prigionieri, un muro di blast beats grind/death, la band gira a mille tra riffing vorticosi, scream e growling vocals, ma soprattutto il titolo viene ripetuto a piena voce come un pezzo hc, e poi mid tempo a fa venire la voglia di headbanging anche qui grande solo di gusto melodico.

“The harrowing” è puro assalto death metal, ritmiche in blast beats che deviano in accelerazioni folli, riff a incastro e che fanno venire voglia di pogare in sede live, brano che sono convinto che farà un vero macello dal vivo. “A funeral party” è il classico pezzo grind dalla durata di poco più di due minuti che ti mette al muro con blast beats, e tanto assalto selvaggio, e un mid tempo spaccaossa a metà del brano. “The anatomy act of 1832” è il brano più lungo, quasi otto minuti, quasi una minisuite, se mi permettete la parola con una prima parte orchestrale, una horror song a pieno titolo, per poi entrare le chitarre a ripetere la melodia in un mid tempo mortifero, per poi accellerare a rotta di collo con solos veloci, virtuosi e assassini assieme, e grande lavoro melodico che richiama il metal classico in coda, grande strumentale. La titletrack conclude in gloria questo grande lavoro con precisione, furia e assalto death metal, brano perfetto nella sua aggressività, stop n’ go, blast beat, riffing segaossa e growl profondissimo. Un disco stupendo, coerente, si sente la passione dei nostri nel fare quello che più gli piace, suonare death metal è la loro missione, e si sente che ci mettono il cuore e altre frattaglie miste nell’impasto sonoro; produzione pulita e potente, un disco da avere, grandi Exhumed. 

Voto: 8/10  

Matteo ”Thrasher80” Mapelli