CALIGULA’S HORSES - In Contact

Inside Out
Gli australiani Caligula’s horses, fanno parte della cosiddetta corrente djent, ovvero un’evoluzione moderna, più al passo coi tempi del verbo musicale progressivo, che tanto ha già dato, mantenendo non solo inalterata la qualità compositiva ma anche la tecnica. Il ritorno dei nostri intitolato “In contact” dimostra ancora una volta le buone qualità nel mixare abilmente modernità e spirito vecchio stampo. “Dream the dead” è potentissima, chitarre compresse, batteria che spezza i tempi e chitarre virtuose e gusto per la melodia intensa; che parte piano piano, in maniera carezzevole, guidati dalla voce del singer Jim Grey per poi esplodere, chorus potente e melodico; grande lavoro di chitarre. “Will’s song” è battente, controtempi potentissimi, chitarroni dai riff a incastro e evoluzioni soliste, e un ritornello cantato con voce quasi sussurrata per poi deflagrare nel ritornello in un up tempo nervoso e ricco di cambi di tempo; anche qui le chitarre sanno dosare aggressività e virtuosismo nei solos. “The hands of the hardest” è una grande prog song ; ficcante, tecnica dosata benissimo, certe influenze alla Tool nella struttura, e grande apertura melodica; un mid tempo con tempi spezzati. “Love conquers all” è un pezzo breve, acustico, retto da campionatori elettronici, chitarre acustiche e voce, per poi apparire la batteria con tocchi delicati di tastiera e cori.

“Song of no one” è un ritmo contorto, cambi di tempo, incastri di riff tra chitarre e basso, e melodie vocali per poi entrare con pathos col ritornello; grande solos di chitarra, intensità e melodia insieme. “Capulet” è delicata, una ballad semiacustica, tocchi di chitarre acustiche, tempi lenti di batteria, e voce carezzevole e ricca di melodia. “Fill my heart” è un brano ricco di prog metal moderno; batteria potente con doppia casa e chitarre aperte e dualismo piano/forte nella strofa e nel ritornello; tanto pathos emotivo graffiato da chitarre distorte e tocchi di pianoforte. “Graves” dura quasi sedici minuti; un brano intenso, che parte piano con chitarre aperte e piano; per poi aumentare di potenza, un up tempo ricco di controtempi e melodie, la strofa è accompagnata da ritmi lenti, controtempi sottolineati da chitarre per poi esplodere nel ritornello; anche qui si denota il gusto melodico di fare prog in maniera moderna e toccando l’anima. Un disco che penetra piano piano nell’anima, i nostri sanno dosare benissimo sapienti parti dure e tecniche con tocchi melodici che esaltano ogni brano, grande prova. 

Voto: 8/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli