Caroline |
Il resto del disco si mantiene tutto su livelli più che elevati, tra confessioni intimiste recitate su tappeto di pianoforte ("Pariah", dove Wilson duetta con la meravigliosa voce della bella e brava cantante israeliana Ninet Tayeb, presente anche sull'ottima "Blank Tapes", solo chitarra e voce, eccezionale!), Rock venato di blues con una chitarra superlativamente essenziale e sanguigna, fedele alla tradizione dei maestri (bella ad esempio "People Who Eat Darkness"), aperture atmosferiche ricche di synth scintillanti ("The Same Asylum As Before") e puntate addirittura nella New Wave anni '80 (l'orecchiabile "Permanating", che potrebbe rappresentare un bel singolo), nonché il duetto con l'altra presenza vocale femminile, Sophie Hunger, su "Song Of I", che appare sostenuta esclusivamente su beat elettronici e orchestrazioni sintetizzate estremamente "sountrack-style". Per non parlare della perla "Detonation", della durata di oltre 9 minuti e composta di molteplici sfaccettature, fino al lungo assolo di chitarra squisitamente fusion, forse il migliore di tutto disco, che ne costituisce la parte finale. Il tutto ci mostra il distinto e mai gratuito eclettismo compositivo di Wilson anche su livelli molto più intimisti, senza mai strafare con orpelli e infiorettature varie, giacché il lato artistico qui pienamente svelato è mirato esclusivamente, come dichiara lo stesso artista, ad una visione personale della realtà allo scopo di descrivere il caos e la paranoia tipica della nostra epoca, comprensiva delle visioni dei profughi e dei fanatici religiosi, con un assaggio di gioiosa evasione della realtà. Nelle sue stesse parole, "Qualcosa, quindi, per tutta la famiglia!". Io non so cosa possa pretendere di più un ascoltatore moderno. Attingendo da diverse metaforiche tavolozze di colori musicali, il nostro Wilson ha partorito un'opera pittorica dove convivono con spaventosa naturalezza intimismo ed evasione, riflessione e follia, visceralità e diltatati voli psichedelici, tristezza e tranquillità. Sì, mi piacerebbe che oggigiorno ci fossero più release che somiglino a questa. Credo che anche concettualmente Wilson abbia centrato il mood dell'epoca in cui siamo costretti a vivere. E per creare ciò, non ha dovuto far altro che seguire il suo istinto di artista (cosa oggi alquanto rara da parte di altri "musicisti"). Che geniaccio!!!
Voto: 8/10
Alessio Secondini Morelli