BELPHEGOR - Totenritual

Nuclear Blast
Ci sono voluti tre anni agli austriaci per confezionare il successore di “Conjuring the dead”, ma l’attesa non è stata vana, perché i nostri hanno partorito un gioiello nero. Helmuth, Serpenth e Simon Schilling, hanno prodotto nove tracce di puro death/black metal dalle influenze svedesi e dall’aura maligna. “Baphomet” è la perfetta opener di questo disco, potente, malvagia e di marca death/black,sembra di sentire il marciume che esce, le ritmiche da marziali assumono blast beats controllati e chitarre dalle melodie maligne accompagnano il growl selvaggio di Helmuth. “The devil’s son, è veloce e diretta, si sente un’influenza svedese alla Marduk filtrata nell’ottica dei nostri, ritmiche percussive death metal si innestano nelle chitarre dai riffing malvagi e black metal, velocità, ferocia e violenza senza compromessi con un pizzico di melodia. “Swinefever-regent of pigs”, ha un’atmosfera nerissima, potente, violenta e intransigente, doppia cassa e rullante a fare da compressore, chitarre graffianti e blast beats sotto l’aggressione vocale del nostro sia in tono growl che scream, assoli melodici, brevi e in contrasto con il brano.

“Apophis-black dragon” è il singolo scelto dai nostri per presentare il nuovo lavoro, potente e tonante death/black metal con chitarre che graffiano e il nostro che dosa malvagità e furore, brano che conserva anche un’atmosfera malsana e sinistra; grande lavoro ritmico, intenso e con cambi di tempo. “Totenkult-exegesis of deterioration”,è tellurica, death metal nelle intenzioni con la malvagità del black metal, un carroarmato che ti stampa contro il muro, grande dinamismo e chitarre che hanno riffing compressi maligni. “Totenbeschworer” stupirà molti, perchè è lenta, drammatica dal sapore che richiama i Watain per l’uso delle melodie, un brano strumentale che da respiro prima della prossima tempesta. “Spell of reflection” anche qui la marcia non è spedita, anzi, la batteria alterna blast beat a cadenze più marziali, con chitarre dai riff melodici ma di gran presa e il nostro Helmuth ha un grande stile vocale, malvagio e aggressivo. “Embracing a star” parte atmosfericamente con un arpeggio di chitarra acustica, per poi deflagrare in un mid tempo terremotante, doppia cassa e voci pulite evocative si mischiano a scream black metal, mentre riff black metal nerissimi e dissonanti danno un sentore maligno al tutto, prima di colpire con una salva di blast beats, ottimo brano. La conclusiva titletrack è la summa del disco, potente, selvaggia e violenta, death/black metal senza compromessi, nera marcia mortifera; un inno corrotto e senza scampo. Un grande disco, preciso e lucido nella sua aggressività malvagia, i nostri hanno composto un grande lavoro, da avere senza pietà! 

Voto: 8/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli