ACROSS THE ATLANTIC - Work of Progress

Sharptone
La talentuosa band di San Antonio, Texas, gli “Across the Atalntic” ci presentano il loro secondo lavoro pubblicato e disponibile sul mercato discografico dal 1 settembre 2017. In “Work of progress” sono evidenti due cose: la facilità con cui la band svolazza tra la musica anni ’90, dove non vi è un solo elemento mancante di quello fondamentali delle band che militavano in quegli anni; e un accostamento che viene quasi immediato con i migliori Green Day. La band composta dal vocalist Jay Martinez, Jason Lugo e Julio Bautista alle chiatarre, Jayy Garza al basso e Cody Cook alla batteria, spaziano dal Pop Punk al post Alternative/Melodic hardcore. Da sottolineare che l’album può essere tranquillamente suddiviso in due parti è che dalla canzone “24 hours” ha inizio la parte più pregevole ed elaborata del lavoro. Tutti i testi trattano temi importanti ed impegnati che contestano grossi linee ‘il sistema’ ma denunciano anche ogni forma di abuso e violenza. Il platter composto da 13 brani si apre con un preludio di più di un minuto soft che da inizio ad un viaggio più sempre più coinvolgente. L’intro è heavy ma la canzone è di chiara estrazione punk fa uso del growl e si alterna a parti molto più leggere. “Sundress Funeral” tocca un tema molto delicato, l’abuso e la denuncia della violenza domestica inizia con voce soffusa che in poco tempo esplode e mantiene alto il livello dell’energia sino alla chiusura del brano.

Di seguito troviamo “Cutting Corners” nulla di sconvolgente a dire il vero, molto più bella “Real Friends” dove la performance del vocalist è impeccabile e dona importanza al testo, particolare è anche “Chin Up” dove ancora una volta vi è lo sfoggio dell’ottima tecnica vocale. Da questo momento in poi parte quella che possiamo definire la seconda parte dell’album dove tutto diviene più raffinato, scrupoloso e curato, si parte con “24 hours”, uno se non il più bello dell’album si parte alla grande con lo scream e la potenza dell’esecuzione musicale, più metalloso insomma. Cambi di tempo ad intermittenza e sperimentazione in “Word of Mouth”, i cambi repentini spiazzano l’ascoltatore a più riprese. Self(less) mostra la faccia catchy del disco accompagnata da urli potenti e aggressivi, mentre in “Starting Over”nasce nella band la voglia di presentare un brano più orecchiabile e diretto, sicuramente più armonioso. Una breve sosta prima di riprendere il growl di “Blind Eyes”. Che meraviglia il sound della title track, si può staccare dal resto del disco e presentarla in un normale album pop punk , coinvolge ed emoziona, anch’esso bellissimo, cambia il ritmo nella parte conclusiva accelerando ma non si scompone sino alla chiusura. In coda troviamo “Perfect”, particolare con l’intro soffuso e ritornello orecchiabile. La band ha cambiato casa discografica e passando alla “Sharp Tone Records” ha reso evidente il suo immenso percorso di crescita. Tengo a sottolineare che gruppi come questi che non sempre si adattano al mercato musicale ma preferiscono inseguire i sogni , fanno la fortuna della musica di qualità e degli ascoltatori che alla qualità fanno particolare attenzione, un enorme nota di merito a mio avviso da non tralasciare. Ottimo lavoro, musica buona e attenta e si impone in un mercato di qualità. A buon percorso e ad maiora !

Voto:7.5/10 

Angelica Grippa