SEETHER - Poison The Parish

Spinefarm
Poison the parish è l’ottavo album per la band Sudafricana Seether che, dopo alcuni cambi di formazione, torna in studio come power-trio e si riconferma come una macchina fabbrica canzoni Post Grunge Doc. Questo lavoro contiene nella versione Deluxe 15 tracce che potenzialmente potrebbero essere tutte delle hit del genere. La produzione di questo disco è di qualità: suoni di chitarra graffianti, malinconici accompagnano la voce grunge di Shaun, fondatore della band. In complesso il sound sembra rimanere quello del 2000, quando i Seether si confermarono un’ottima band. Volendo trovare per forza un difetto, potremmo dire che questo lavoro non porta nessuna novità o crescita artistica, ma significherebbe fare un grande torto a questo gruppo che presenta un disco sostanzioso con all’interno ottime canzoni. Il talento dei Seether è proprio questo, riuscire a sfornare una canzone coinvolgente, rabbiosa, ma anche ruffiana attraverso un ottimo song-writing e dei riff semplici, in alcuni punti scanzonati e dissacranti come quelli contenuti in “Betray And Degrade”.

Proseguendo l’ascolto possiamo soffermarci su alcuni dei punti più profondi e introspettivi come per la opening track “Stoke the fire” o “Something else”, entrambe delle canzoni sentite , che nei testi sottolineano l’interesse della band per temi come solitudine e disperazione che non lasciano nessuna via d’uscita all’ascoltatore. Questo forse il punto più coraggioso di tutto il lavoro: cercare empatia con un pubblico che sposa questa stessa visione cupa e asfissiante della società. Le tracce contengono tutte una forte matrice Grunge, in alcuni punti quasi nu-metal come ad esempio negli scream di “Count me Out” e di “Nothing left”, passando brevemente per l’alternative come in “Against the wall” che potrebbe essere contenuta perfettamente in un disco dei Foo Fighters. Un buon lavoro, sicuramente apprezzabile dagli amanti del genere. 

Voto: 8/10

Cristiano Neila