MAGIA NERA - L’Ultima Danza Di Ophelia

Black Widow
Questa band è nata da circa quaranta anni, data da molti per dispersa, lungo il loro cammino hanno da poco ritrovato la via i loro componenti, dando vita a questo freschissimo L’Ultima Danza Di Ophelia. Inutile stare qui a capire il perché della loro latitanza e i motivi che li hanno spinti a ricomparire adesso nel 2017 con un nuovo album. La cosa che più intriga è questo lavoro, dalle tinte oscure, permeato da un alone di mistero, complice magari il nome che erroneamente richiama a qualche rito particolare, ma basta ascoltare i brani che si rimane spiazzati su questo fronte. Il genere proposto dalla band non proprio giovanissima è un robusto rock che sconfina spesso nel grande prog di matrice italiana, degno dei più grandi nomi del genere.

Il cantato in madre lingua rende il tutto più accessibile e tra l’altro nel contesto sia musicale che testuale si adatta alla grande. Il suono è decisamente rock, ricorda a tratti i gruppi anni settanta, con quel suono di tastiere ad opera di Andrea Foce, che richiama spesso l’hammond stile Deep Purple. Una sezione ritmica affidata a Lello Accardo(basso), Pino Fontana(batteria) sempre presente a sostenere alla perfezione le chitarre di Bruno Cencetti e le vocals di Emilio Farro. Le canzoni a partire dalla prima Ophelia hanno groove, pathos, classico del prog rock. Risultano parecchio attraenti, a tratti con un sound cadenzato che li rende ancor più particolari. Anche le parti solistiche di chitarra ricordano molto gli inizi dei ’70, il tutto comunque è si influenzato da quei periodi ma proiettato verso i giorni nostri. Quindi ne esce un lavoro di alta classe. Prova di tutto questo amore che hanno verso il passato è anche la cover proposta in questo disco, ovvero Gipsy dei grandi Uriah Heep. Ascolto obbligato, da non perdere. 

Voto: 7/10

Sandro Lo Castro