LA JANARA - La Janara

Black Widow
Le varie leggende popolari, i racconti antichi, della sempre bella e affascinante terra Irpina, hanno contribuito alla nascita di una particolare band chiamata La Janara, nome che prende proprio spunto da una creatura antica e misteriosa insinuata all’interno della leggenda e tradizione popolare irpina appunto. Questa interessante realtà musicale si affaccia sul mercato discografico proponendoci una particolare miscela di heavy metal e rock infarcita dai testi cantati in madre lingua e trattando anche tematiche “nostrane” . Musicalmente i brani hanno un mood oscuro, con quel tocco quasi lugubre e doom che si può sentire in tutto il lavoro. L’inizio è affidato ad uno strumentale acustico Ianva, che ha il compito di aprire un importante debut dalla quale difficilmente l’ascoltatore si staccherà.

La seconda traccia Sul Rogo si presenta con un robusto heavy metal, direttamente figlio della NWOBHM, ricordando gli Angel Witch in parecchi passaggi. Stesso e identico discorso lo si può fare con la seguente Spettri, in cui c’è sempre un forte richiamo alla band precedentemente menzionata, con la differenza ovviamente che qui il cantato è in italiano. Con Strega invece ci si avvicina in modo personale comunque ai Candlemass più rock oriented. Le Janare invece sono un bell’esempio di heavy rock personale con richiami allo stoner. Malombra, un brano solo voce e chitarra acustica della durata di un minuto e venticinque , breve ma oscuro e intenso. Con Cuore Di Terra invece arrivano le influenze di Paul Chain, in verione un po’ più ariosa. Orchi è un altro potremmo definirlo intermezzo con chitarra acustica e voce. Requiem è un brano tipicamente doom metal, personale, intenso, soffocante e maliconico, il tutto reso grande dalla voce espressiva ed evocativa della cantante. Il disco si chiude con un brano acustico Luce, in cui i nostri ci mostrano il lato più dolce se possiamo inserire il termine nel contesto di questa splendida realtà tutta italiana. Un debutto ricco di contenuti, da assaporare tutto, dalla prima all’ultima nota. 

Voto: 8/10

Sandro Lo Castro