EURASIA - Ilmondoarovescio

Banksville
Si scrive proprio così, tutto attaccato, il titolo del primo lavoro degli Eurasia, ovvero degli italiani Marco Cavallo alla chitarra, Paolo Cagnoni al basso, Diego Marzi alla batteria e Simone Torriano alle tastiere che aiutati da un nutrito gruppo di guest star tra cui spicca la bravura di Moreno Delsignore alla voce, hanno fatto uscire un'opera davvero raffinata e coinvolgente. Sono 10 pezzi in tutto, pubblicati dalla inglese Banksville Records, eseguiti in uno stile molto particolare e variegato che al giorno d'oggi è sempre più raro sentir suonare, specie con questa abilità e ispirazione. Lo stile in questione è il Progressive molto virato sul Jazz rock e anche sulla Fusion, con la evidente particolarità che tutte le canzoni sono cantate dalla calda ed espressiva voce di Moreno. Sistemare la puntina digitale sulla prima traccia, Un mondo a rovescio da cui trae chiaramente ispirazione il titolo del disco, vuol dire restare piacevolmente molto sorpresi dalle strutture sonore con cui l'orecchio viene a contatto. Un tappeto ritmico jazzato, impreziosito dal pianoforte e dagli stacchi elettrici di chitarra, dove la calda vocalità non porta la protesta per un mondo che non va, a rovescio appunto, ma l'esortazione a trovare il proprio modo di vivere, “senza confini mai”.

L'opera prosegue in toni a volte più vivaci come in Fatti i fatti tuoi (il cui titolo potrebbe essere un altro…) e Vado contro e più spesso morbidi come ne Il buio nero, Il segreto nascosto e Il fantasma del tiranno. Piuttosto interessante e variegato Bispensiero, un pezzo di quasi otto minuti dove Moreno su sottofondo di tromba, un'altra notevole guest star, prima sciorina velocemente una serie di concetti di non facile comprensione al primo ascolto e poi si lancia in vocalizzi e acuti molto espressivi. Il lavoro si chiude con Sora no tamoto, cover giapponese che parte ballata e si chiude con il loro ormai inconfondibile ritmo su un prezioso tappeto di archi e un arpeggio finale. Abbiamo detto che non è facile trovare un album di Jazz rock interamente cantato, basta pensare ai grandissimi Perigeo, e questo ci da un indizio ulteriore sull'opportunità di fare bene attenzione ai testi che si ascoltano, sempre interessanti e pieni di spunti di riflessione. Potete farlo se riuscite anche con l'ultimo, in giapponese! Quel che non abbiamo detto invece è che questa formazione, benché molto recente, è in pratica un supergruppo italiano composto da musicisti molto validi che calcano le scene del Progressive da diversi anni. Si sente davvero tutta la loro perizia compositiva, esecutiva e soprattutto l'originalità che riescono a dare alla loro musica, figlia di un'esperienza nel genere pluridecennale. Questa opera è l'ennesima dimostrazione che gli italiani sono davvero maestri del genere, e per fortuna continuano ad esserlo e a tenere alta la nostra bandiera nel mondo. Per gli appassionati prog è un acquisto obbligato, per i rocker è un ottimo modo per avvicinarsi a uno stile particolare e piuttosto affascinante. 

Voto: 9/10

Max Murdock