NARNIA - Narnia

Massacre
Sono svedesi, esistono dal 1996, questo è il loro settimo album, omonimo. Il loro nome è preso dalla famosa saga fantasy "The Chronicles of Narnia" di C.S. Lewis, recentemente diventata anche un ciclo cinematografico. Il loro è un puro Heavy Metal tendente al power più epico e al melodic metal, con uso di cori e tastiere, ma dall'impatto frontale ferale e che non fa prigionieri, come si compete ad una vera Metal band nel senso più classico del termine. Il brano iniziale, emblematico, "Reaching for the Top", è un inno al loro "sporco" lavoro di musicisti giramondo dispensatori di felicità ed emozioni positive al loro pubblico. Un ottimo biglietto da visita con una potenza mica da nulla, una metal song dura e pura, con un testo, forse, banalotto, ma tutto sommato coinvolgente. Man mano che si prosegue l'ascolto si scoprono altri aspetti del sound dei nostri. "I Still Believe" e "On the Highest Mountain" sono più cadenzate, e caratterizzate da un lavoro di tastiera che Beppe Riva definirebbe "Class Metal". Poi c'é una ballad, "Thank You", con un inizio pacato, voce filtrata elettronicamente e beat elettronici, che via via si accende in senso più metallico. Gli assoli dell'axe-man Carl-Johan Grimmark, sparati a velocità folle, giocano a emulare un po' troppo Malmsteen, questo a volte pare un demerito. I brani si susseguono, tra refrain coro/tastiera, cavalcate metalliche, continui riferimenti al cristianesimo nei testi e alla lotta della luce contro la menzogna e l'oscurità... un momento un momento!

Sì, avete capito bene. Si tratta di una Christian Metal band, liricamente tendente ad un positivismo di derivazione cristiana, con accenni alla vita del Cristo ed alla Santissima Trinità... ed accenni, se non erro, al Leone di Narnia (dopotutto la saga letteraria in questione è stata riconosciuta come la prima saga fantasy influenzata dal Cristianesimo). Il fenomeno del Christian Metal non è certo una novità, ma la verve esecutiva dei nostri rende il tutto abbastanza interessante. Uno dei brani migliori è di certo la selvaggia cavalcata "Who Do You Follow", contenente tra l'altro l'unico vero assolo di tastiera del disco (anche qui molto malmsteeniano, anzi johanssoniano!). Purtroppo qui e là alcune brusche cadute di tono ci sono, e non si riesce a rendere più che appena sufficienti brani come "One Way to the Promised Land" e "Messengers", che sanno forse troppo di già sentito. Insomma, per diffondere il loro messaggio cristiano i nostri hanno di certo scelto un linguaggio sonoro potente quanto orecchiabile, ma secondo me avrebbero dovuto rodare i brani un po' di più. Un 6 su 10 è tutto sommato un voto giusto. Constatando che comunque loro avranno la loro cerchia di fans "fedeli" che non faranno mancare il loro supporto anche dal vivo. Per dovere di cronaca aggiungo che la versione 2017 del disco (pubblicato inizalmente l'anno prima) contiene due bonus track che aggiungono un certo valore in più: la prima "Living Water" è un metal con una più marcata presenza di influenze neoclassiche (apparendo quindi molto più bella di alcune tracce presenti altrove sul disco, pensare che è una bonus track...), e contiene la miglior fuga solistica malmsteeniana suonata da Grimmark. La seconda, "Utvandrarna", è una breve ma incisiva composizione per pianoforte. A voi, se vi piace il Christian Metal, dedicategli un ascolto. Amen. 

Voto: 6/10

Alessio Secondini Morelli