LIMBONIC ART - Spectre Abysm

Candlelight
I norvegesi Limbonic Art sono tornati, ma ormai sono solo la creatura dell’unico membro rimasto del duo, ovvero Daemon. Il disco è puro symphonic black metal, il nostro ha ben in mente le coordinate stilistiche di questo lavoro, essendo l’unico compositore; “Demonic resurrection” è un pezzo lungo dieci e passa minuti in cui blast beats creati da una drum machine tengono il tempo di riff gelidi e orchestrazioni con tastiere a dare enfasi, mentre il nostro usa uno scream maligno come da tradizione. “Ethereal traveller” inizia come brano cadenzato, epicheggiante, con chitarre aperte e doppia cassa sempre in movimento; per poi virare in blast beats e dualismo vocale intervallando parti più growl a scream; un viaggio infernale ,rallentando brevemente prima di riprendere la marcia senza pietà alcuna. “Omega doom” anche qui le tastiere doppiano i riff di chitarra mentre i brano va veloce, tra blast beats e tempi speed; per poi rallentare a metà brano, mentre il nostro urla con odio il titolo del brano, anche in questo caso la melodia viene dosata con equilibrio.

“Requiem sempiternam” è il brano più breve del lotto; quasi tre minuti, un brano sinfonico, magniloquente e epico; con il nostro che programma pochi tocchi di drum machine e sul finale campane a morto e un organo sullo sfondo. “Triumph of sacrilege” torna a picchiare con tastiere e organo in bella vista, blast beats devastanti, riff gelidi per poi concludere il brano con un organo orrorifico e la voce del nostro più malvagia che mai. Un tuono ci preannuncia “Disciplina arcani”, una sorta di invocazione al demonio; tra tastiere lugubri, voci sussurrate e maligne e rumori apocalittici atte a invocare le potenze infernali, il nostro urla la sua invocazione maligna con dualismo tono pulito evocativo e scream;il drumming è percussivo, come a sottolineare il rito officiato. “Through the vast profundity obscure”,è un brano symphonic black a tutto tondo, drumming devastante e feroce, riffing che più gelidi non si può; screaming acidissimi e tastiere di ispirazione classica per poi rallentare in maniera marziale la marcia nel finale . Un disco che ha nel suo essere tanto mestiere, perché è ben fatto, si sente bene che il nostro è un fine conoscitore della materia; buon disco ma dal creatore di un disco come “Moon in the scorpio” ma sarei aspettato qualcosa di più. 

Voto: 6,5/10 

Matteo “Thrasher80” Mapelli