GRAHAM BONNET - Live...Here Comes The Night

Frontiers
A un anno di distanza dall'ottimo "The Book", il quasi settantenne Graham Bonnet e la sua band tornano con un album dal vivo accompagnato da un DVD, "Live... Here Comes The Night", registrato durante la performance al Frontiers Rock Festival III a Trezzo nell'aprile 2016(dove io c'ero!) Tra le tracce del lotto, alcune spiccano in termini di resa on stage. Al melodic rock'n'roll di "All Night Long" e all'epica "Eyes Of The World" tratte da "Down To Earth" (1979), trascinanti apripista del live, seguono la morbida "Will You Be Home Tonight" e la coloratissima "Dancer", in una setlist che non conosce pause, tingendosi di sfumature eterogenee e gradevolmente easy-listening. I ritmi sostenuti di "Jet To Jet" e l'intensità di "Island In The Sun", frutto della vena compositiva di Yngwie Malmsteen, giovane guitar hero negli Alcatrazz di "No Parole From Rock'N'Roll" (1984), rivivono entrambe nel riffing work personalissimo di Pesinato, ingegnoso nel non replicare meccanicamente i fraseggi del maestro svedese.

La commerciale "Since You Been Gone" e l'incisiva "Assault Attack" rivelano la flessibilità di Bonnet: refrain estremamente catchy o marcata aggressività non fa differenza, il nostro marchia a fuoco qualsiasi brano, non disdegnando momenti di stampo AOR e blues oriented. "Desert Song", gemma dell'intera carriera, nata dalle corde impazzite di Michael Schenker, cattura invece per il misticismo emanante da ogni singola nota: impossibile rimanere freddi di fronte alle vibrazioni sahariane suggerite dall'intrecciarsi di voce e strumenti, in un gioco suggestivo di commovente irruenza. L'impatto sonoro di "Lost In Hollywood" chiude trionfalmente una prestazione di ottimo livello che colpisce positivamente per l'assenza di qualsivoglia sbavatura. Più che una compilation, un affettuoso omaggio al passato glorioso di un protagonista della scena rock tout-court, magari meno celebre rispetto a frontman di superiore caratura, tuttavia non per questo di mediocre livello. Outsider di lusso, il buon vecchio Graham ribadisce sì che il tempo trascorre per tutti inesorabile, ma che la possibilità di restare sulle scene, reinterpretando appassionatamente la tradizione e attorniandosi di abili musicisti, rappresenta una solida realtà e non una fragile chimera. 

Voto: 9/10 

Bob Preda