FALAISE - My Endless Immensity

ATMF
Il duo nostrano dei Falaise torna alla carica con il secondo disco ;un disco stupendo, che ti colpisce a fondo e vibrante passione. Perché la passione è tutto per i nostri, davvero, è qualcosa di tangibile in questo disco che nonostante abbia una copertina dominata dal nero e da un colore freddo, non ha un suono gelido, ma ha calore, un calore volutamente doloroso e triste come lacrime nella pioggia; l’introduzione “Nightgaze” è emozionante; pochi accordi di chitarra, arpeggiata, con contrappunti di tastiera che subito viene doppiata da una elettrica per poi aprire la strada a “The embrace of water” ,un brano post/black metal, a tratti depressive dove chitarre nervose, riffing elettrificati diventano un tutt’uno con lo scream acido, perché è la melodia malinconica a penetrarti dentro, un tempo non troppo sostenuto di batteria fa si che il brano venga risuonato da accordi di chitarra puliti, quasi senza distorsione e danno vibrazione a chi ascolta; ”You towards me” è quasi crepuscolare nel suo muoversi, perché nonostante il tempo sostenuto di questo black metal è la melodia che prima introdotta da un breve tappeto acustico viene poi prodotta da chitarre distorte di chiara matrice nordica modificata con gusto e personalità e un’aura quasi progressive con stacchi malinconici di pianoforte e chitarre aperte, che brano meraviglioso; ”Crimson clouds” è un intermezzo breve, un tappeto acustico che poi viene elettrificato all’improvviso ma sempre tenendo fin dal principio la tenuta emozionale del disco ;”Dreariness” è pura rabia black metal intinta nel dolore e nella disperazione con scream, laceranti,chitarre e riffing malinconici e tastiere a punteggiare il tutto; ”The abyss” è un altro brano eccellente, perché qui nel mid tempo black che man mano viene supportato da rullate, blast beats e doppia cassa si sente sempre una melodia triste, quasi un’invocazione alla liberazione terrena; ”Sweltering city” è un brano che ha una indole più aperta nel mood del brano, è energico nel suo proporre riff melodici in contrasto con lo scream black metal per poi concludersi acusticamente; altro brano eccellente è “Veil of stars”, un brano anch’esso intriso di malinconia, calore musicale, nonostante la materia trattata; un saliscendi emotivo ed emozionale prima della conclusiva “Les rouches malades” cover degli Amesoeurs. Un disco bellissimo, perché non trovo un termine più adatto per descrivere questo disco, che ti entra nell’anima con rabbia malinconica, disperata ma con un puntino di luce, capolavoro. 

Voto: 9/10 

Matteo ”Thrasher80”Mapelli