DIGIR GIDIM - I Thought There Was the Sun Awaiting My Awakening

ATMF
I Digir Gidim sono un gruppo da sentire con l’anima e lo spirito in comunione per esaltare le doti del combo. Perché i nostri hanno fatto un lavoro concettuale che unisce testo e musica in un’inca direzione, ovvero quello della conoscenza ;il loro occult black metal è ricco di atmosfera sacrale e il tema riguarda la mitologia e la religione Sumera, ovvero un riferimento storico importante alla antica popolazione Sumera; l’opener ”The revelation of wandering” sembra una processione sacrale, tempi lenti che hanno scossoni blast beat, chitarre gelide dai riff tipicamente black metal s’intersecano con voci che invocano la potenza delle stelle e del credo di questo antico popolo, con scream, growl e cori evocativi, una processione divinatoria; ”Conversing with the ethereal” è black metal puro, elitario e maligno, blast beats che percuotono l’anima con riffing ferali e uno scream acidissimo anche qui ci sono cori che esprimono litanie antiche al mito eterno, all’immensità del pantheon deistico creato da questa popolazione.

”The glow inside the shell” è lenta, oscura e evocativa; una ricerca sonora che evoca gli dei sumeri a partire dalla dea Ishtar, è una litania sacrale, per poi accellerare a metà del brano ma non cedendo di un millimetro al crescendo di tensione; quasi in conclusione un dualismo vocale chee evoca potenze ancestrali in voce pulita e growl prima che lo scream prenda ancora il sopravvento; ”The eye looks through the veil of unconsciousness” è il brano conclusivo che chiude il cerimoniale sacro, dodici minuti dove riff black ossessivi si uniscono al mid tempo lento della batteria e allo scream quasi posseduto dell’officiante e la sacralità della cerimonia è intervallata da blast beats e cori che declamano litanie sacre al mito sumero anche qui fa breve capolino la voce pulita e conclusione in blast beats quasi a chiudere un cerchio con pochi tocchi di tastiera. Che dire di questo lavoro che ti conquista ascolto con ascolto, non è per tutti; bisogna assorbirlo con cuore, mente e anima, perché c’è tanta ricerca profonda, ma sicuramente è un lavoro eccezionale che merita di entrare fra i migliori dischi estremi usciti in questo anno, eccellente. 

Voto: 8,5/10 

Matteo ”Thrasher80” Mapelli