BROKEN HOPE - Mutilated And Assimilated

Century Media
GGGRRRROOOOAAAUURRRRRRROOOOAAAAUUUURRRGH!!! Come dite? Sono impazzito per il caldo romano di luglio? Nooo... perlomeno non più del solito. Ho solo provato a sperimentare i gargarismi animaleschi contenuti nel nuovo disco dei Broken Hope, durante l'ascolto dello stesso. Cosa che mi è apparsa piuttosto divertente. Dopotutto, spesso e volentieri in adolescenza mi è capitato di farlo durante l'ascolto sporadico di qualche album di Death, Grind ecc. E di sicuro chiunque ascoltatore abituale di certe nefandezze sonore non avrà mai disdegnato di fare altrettanto, ammettetelo! Nulla di nuovo sotto il sole. I Broken Hope, veterani della scena Death/Grind americana, sono di nuovo tra noi, dopo uno hyatus di ben 12 anni tra il 2000 e il 2012, e questo è il loro secondo album dalla reunion, il sesto in assoluto. Un perfetto platter di Brutal Death Metal, affine alla tradizione. Non troverete nessuna particolare sperimentazione, sappiate che i fans del gruppo (e del genere in questione) hanno un nuovo bel disco da collezionare, colmo di tutti gli stereotipi musicali, lirici ed iconografici del genere inerenti l'elemento Horror-Splatter (vi basti guardare la copertina e leggere testi di canzoni dai titoli inequivocabili come "Malicious Meatholes" e "The Carrion Eaters" per essere proiettati in pieni primissimi anni '90 del ventesimo secolo, quando imperversavano agguerritissimi acts esordienti sempre più "brutali" come Monstrosity, Immolation e Massacre). E proprio questo, oltre al pregio del disco in questione, è anche il suo difetto. La formazione, attualmente rinnovata per 4/5, mostra un livello tecnico su una buona norma, un cantante realmente bestiale (l'ugola d'oro in questione si chiama "Tom" Leski e vanta presenze passate e presenti in bands come Corphagy, Embodied, Gorgasm e Sadichist) quanto stereotipato nel genere, unito ad una compattezza di sound più che sufficiente. Il fatto è che... di sicuro quest'album è destinato esclusivamente ai nostalgici del più puro Brutal Death (o Death Grind o Goregrind che dir si voglia, cambia poco).

Quanto può esser considerato innovativo un disco del genere nel 2017 rispetto a quando in Tampa Florida a fine anni '80 molte bands iniziavano a farsi le ossa muovendo i primi passi e incidendo dischi a tutta callara? L'effetto del Death all'epoca fu dirompente... da allora, sia in America che in Europa (Scandinavia soprattutto) il metal estremo iniziò le sue infinite evoluzioni, portandoci alla situazione odierna. D'altronde, anche una proposta piuttosto non-musicale come il puro Grindcore o il Death Metal, pur avendo avuto ai suoi primi vagiti di vita il pregio "dissacratorio" che ho descritto sopra (alcuni gruppi Grindcore di sicuro anche di più), è andato molto oltre, ha subito cambiamenti, e francamente non ha più senso secondo me fare oggi un discorso di puristi contrapposti agli innovatori ad oltranza. Questi Broken Hope (band di Chicago, città statunitense che mi pare avere una scena abbastanza concorrenziale alla classicissima Tampa, visto che conosco di lì anche i bestiali Cyanide) hanno deciso di rincominciare esattamente da dove avevano interrotto. E lo hanno fatto, probabilmente, per i loro fans, per i fans del Death/Grind... e quindi di sicuro anche per loro stessi! Non sono i soli a presentare il genere classico nudo e crudo, e io non sono nessuno per giudicare, posso solo dire che secondo i canonici parametri di una recensione musicale, il disco è parecchio ripetitivo (e potrei dire anche un po' noioso)... ma sono sicuro che ai fans (del gruppo e del genere) andrà bene così, e si andranno a comprare subito il nuovo disco dei Broken Hope. Ricordo anche che l'acquisto del CD in questione è caratterizzato dal valore aggiunto di un bonus DVD comprendente 35 minuti di concerto filmato in Repubblica Ceca all'Obscene Extreme Festival (!!!) nel 2015. Buon ascolto (e buona visione) a voi. 

Voto: 5/10

Alessio Secondini Morelli