BAD BLUES QUARTET - Bad Blues Quartet

Bran Media
Pubblicato il 1 giugno l’album omonimo della band “Bad Blues Quartet”, disco d’esordio di che sorprenderà tutti gli amanti del genere e non. Composta da Eleonora Usula alla voce, Federico Valenti alla chitarra, Simone Arca al Basso e Frank Stara alla batteria, la nuova band cagliaritana si muove fra suoni eccellenti di blues e rock, dimostrandosi dei veri portenti nello spaziare fra un genere e all’altro e fondendoli. Il primo singolo pubblicato a cui è allegato un video, registrato al Meropolitan Studio, apre il platter, parliamo di “Snort Some Daises”. Quanto profuma di blues quest’apertura dedita a scoprire subito le carte agli ascoltatori, mostra i punti forti che sostengono ogni buona base il blues, le chitarre, che a metà del brano ci ipnotizzeranno letteralmente. Stessa linea melodica ma più movimento per “Illusion’s song”, con cura la voce sussurra le importanti parole iniziali, occhio e attenzione al testo, rimane in linea sino all’ultima parte dove un bellissimo assolo di chitarra accompagna la performance vocale. Terzo brano “You better Make her Twirl” esalta l’anima rock del lavoro e sottolinea la pregevole capacità che ha la band di fonderlo con quella blues che permane per tutta la durata .Con la stessa intensità si apre ”The Shelter”, musica piacevole da ascoltare in qualunque occasione, crea un’atmosfera deliziosa e allegra e mette in risalto le doti a mio parere jazzistiche della singer, formidabile.

Chitarra e passione per un intro da paura per una ballad amabile e deliziosa, “Me and My David’s Blues”, mostrano di sapere creare brani pregevoli anche in questo genere che scalda velocemente il tutto in 14 minuti di assoluto coinvolgimento emotivo, ampio spazio alla voce aggressiva soprattutto nella parte finale. Sperimentano e sorprendono in “Walker’s Blues” ci sentiremo in mezzo al far west con le immense distese di deserto, è innegabile accostare lo stile cantato a quello di un Robert Plant nelle migliori condizioni in “Shook me”, a me risalta subito l’accostamento, sorprende la velocità con cui esplode nella seconda parte. Allegro, spensierato, quasi da sala è “Nureci”, il tempo cambia a più riprese creando interessante il brano e l’ascolto diviene sempre più interessato con i minuti che passano. Ritroviamo un’altra ballad nel penultimo brano “Behind the Hat”(Srv), quasi sussurrato per intero non è il brano che preferisco, a dire il vero troppo poco movimento sino alla chiusura ma comunque differente rispetto agli altri. In chiusura troviamo voce maschile ed effetto botta e risposta con il coro in “Go Down Old Hannah”, un vero gospel, meraviglia della meraviglia questo brano sigilla un lavoro grandioso e dalle mille sfaccettature accattivanti da gustare fra mille ascolti che catturano e arricchiscono l’ascoltatore. Questa è musica qualitativamente elevata, stilisticamente sopraffina e noi l’adoriamo cosi com’è, nulla da aggiungere, grandi prospettive hanno questi ragazzi e lo dimostrano subito, ogni singolo brano ,preso singolarmente appare pregevole. Ringraziamo chi è capace di donarci queste perle fra la musica commerciale che ascoltiamo quotidianamente, ci offrono speranza e noi gli doniamo con affetto e interesse un ascolto augurandogli la gloria che meritano! 

Voto: 8/10  

Angelica Grippa