TWENTYDARKSEVEN - Momentum

Metalpolis
Dietro il nome TwentyDarkSeven, dopo svariati assestamenti in seno alla formazione, troviamo musicisti navigati che rispondono al nome di: Marcus Jürgens, proveniente dai Brainstorm, alla voce, Peter Wagner alla chitarra, che a sua volta devira dai suoi ex Wicked Temptation, Markus Herzog alla batteria, Marcel Bernhardt all’altra chitarra, infine Christoph Renner al basso. La band nasce circa quattro anni addietro, con la voglia di suonare un certo tipo di hard rock classico. E possiamo anche affermare che riescono abbastanza bene in quello che fanno. Effettivamente questo loro nuovo Momentum, produce un suono fresco, granitico, orecchiabile sotto molti punti di vista. In molti frangenti si possono sentire diverse influenze musicali, oltre quelle che riguardano le loro passate band. Si passa tranquillamente dai Black Label Society più soft, in quasi tutti i brani presenti, passando ai più classici Dokken e Ronnie James Dio. Le composizioni risultano movimentate al punto giusto, creando diverse e piacevoli emozioni.

Non è da considerarsi un capolavoro, intendiamoci, ma si difende comunque abbastanza bene. Ottima produzione e registrazione fanno si che il tutto funzioni a puntino. Gli piace variare con le tracce, da brani più rocciosi come l’iniziale Stronger Than Fiction, in cui la voce sembra rincorrere i Bon Jovi versione New Jersey. Su The Devil-s Doom Delight si comincia a sentire l’eco della band di Zakk Wylde, mentre con la successiva Shadows Of the Sun, si spostano su un classic metal di stampo americano. Sandro Lo Castro Sandro Con Heaven In Black fa capolino invece la loro voglia di suoni acustici infarciti con degli ottimi assoli elettrici, altro brano riuscito. La sesta Coming Home si proclama come migliore canzone dell’intero disco, con il suo tocco quasi epico. Il resto procede su coordinate rocciose e dure, con un muro particolarmente hard delle chitarre, pur rimanendo comunque con una certa melodia di fondo. Troveranno gioia tutti coloro che amano certe sonorità che puntano su un suono basato sulle chitarre compresse tipiche dell’hard rock dei nostri tempi. 

Voto: 6,5/10

Sandro Lo Castro