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Tequila Suicide a differenza dei precedenti capitoli dei Sinner si distacca grazie a brani più sperimentali, vedi ad esempio Battle Hill, corredata da una ritmica ben nota nella musica di origine irlandese che arricchisce e non poco il brano, senza renderlo incoerente rispetto agli altri pezzi. Il discorso resta valido in Sinner Blues, brano atipico per chi conosce Mat Sinner, spesso coinvolto in progetti heavy/power. Why esalta e non poco i colpi dietro alle pelle dell'ottimo Francesco Jovino, che messa alle spalle la sua esperienza con UDO, ha ritrovato nuova linfa con i Sinner ed i Primal Fear. Splendide chitarre si incrociamo in Gypsy Rebel, un brano dal sapore classico, stesso dicasi per Loud & Clear, pezzo probabilmente più adatto ai Primal Fear che ai Sinner, visto che la mano alla fine è sempre la stessa. Tequila Suicide trova la parola fine con Dying Of a Broken Heart, una ballata movimentata, raffinata e potente, dotata di un ritornello straordinario e di un sapore country. Da segnalare la presenza di Gus G (Firewind) in veste di guest. Ottimo lavoro. Complimenti Mat!
Voto: 8/10
Maurizio Mazzarella