CHRIS WAYDE - Pyramids

Record Hunter
Una proposta di qualità nel mondo rap, un mera rarità, un rapper bilingue di origine italiane che unisce testi impegnati a musica di facile ascolto che scorre in modo piacevole anche per chi non ama propriamente il genere. Parliamo di Chris Wayde, italo-americano pseudonimo di Edoardo Rizzato, figlio di un pittore americano che mostra una grande abilità nel cantare in tutte in due lingue e ci presenta un progetto intitolato Pyramids composto da 15 tracce. Ragazzo di bellissima presenza che sognava di fare il tecnico del suono, e invece si ritrova a pubblicare un album che ci piace parecchio ascoltare. La musica calda e coinvolgente di “All the animals Come out at Night” apre le danze un brevissimo intro di 40 secondi che lascia spazio alla seconda traccia “1984” e mostra a primo impatto di che stoffa è fatto il ragazzo, voce perfetta per il genere, anche tralasciando e parole ci si sente coinvolti, il modo trascinato della strofa non fa che colpire a più riprese la parte propriamente emotiva. Sempre sul battito si continua, ma un po’ più particolare e movimentato è “On my own feet”, cambia la trama musicale con seconda voce che accarezza lo spartito.

Man mano che si scorre diventa più particolare, sembra tutto un ritornello che colpisce “Born ready” cantato orgogliosamente, sprizza forza e gloria; mentre dalle prime note trasuda emozione “Lonely” più armoniosa e dolce nell’esecuzione. Si cambia totalmente non si rappa ma si canta in “Le soleil Levant” o almeno nella parte iniziale perché poi si parta con un travolgente fiume di parole ma sembra diverso il sapore di questo brano più intriso di R&b. Si torna presto a parlare di pure rap con “Ain’t no need to rush” e “Singing like”, la seconda con un accompagnamento strumentale pregevole e di piacevole ascolto e a doppia voce, particolarizza l’abum . Più di semplice fattura è “You Know”, una traccia che aggiunge ma non sicuramente alla qualità, ma completa solo il lavoro, non particolarmente amabile, a mio parere, ma si riprende con “Flowers” almeno con la partecipazione della singer femminale nella parte finale aggiunge sentimento. Degno di nota è “She called me” per con un effetto sonoro fra le frasi , mentre non colpisce uno dei brani più brevi “Forever” gli ultimi due sono di facile ascolto. Il primo “Pills in my drink”ha un tocco molto delicato con l’uso dell’elettronica crea una sorte di effetto meditazione, mentre l’ultimo è più ricco di movimento. Possiamo concludere dicendo a gran voce che in questo ambito c’è tanta roba di scarsa qualità e molto commerciale, ma per fortuna c’è chi mette in squadra cuore e talento anche in un genere che non amo particolarmente, resta solo l’obiettività di riconoscerne le doti. Grande Chris e in bocca al lupo per la carriera! 

Voto: 7/10  

Angelica Grippa