RUNNING DEATH - DressAge

Punishment 18
Approdano al secondo full-lenght i Running Death, quartetto teutonico proveniente dalla Bavaria e fautori di un thrash metal senza compromessi, che vede agli '80s del ventesimo secolo come riferimento principale. Le bordate di Bay Area Thrash sono copiose ed energiche, ed i nostri non disdegnano una certa preparazione tecnica, nonché una certa dimestichezza con la storia del thrash teutonico con puntate speed e una certa complessità nei riffs. La band esiste dopotutto da ben 13 anni ed ha al suo attivo ben due EP, un mini ed un album, quindi non stiamo di certo parlando di novellini. I richiami continui al sound di maestri come Megadeth, Kreator et similia, resi con una certa disinvoltura, di sicuro rende il lavoro appetibile ai nostalgici, ed anche a chi oggi si vuol deliziare le orecchie con del buon metal prodotto con una certa freschezza. Anche il logo della band, nonché l'artwork, con tutti i richiami ad una certa protesta sociale, racchiudono un po' tutti i classici canoni e stereotipi del genere di metal più violento e forsennato che si possa oggi conoscere.

E se a fianco di episodi più power come l'iniziale Courageous Mind possiamo trovare accelerazioni al fulmicotone come la title-track, seconda in tracklist, e soprattutto la caratteristica "Anthem Of Madness". Possiamo dire che se volevano glorificare il metal ottantiano, i RD sono di certo riusciti nel loro intento, ciò nonostante, alla lunga durante l'ascolto ci si accorge che manca quel certo "quid" mirato a far diventare un semplice buon album un album epocale. Inoltre, una performance vocale forse eccessivamente stereotipata e un po' forzata fa mancare leggermente di mordente ad alcune songs. Inoltre, soprattutto nelle ultime canzoni forse sono presenti alcuni cali di tono compositivi. Verso la fine ci troviamo difronte addirittura a "Safety Second", una semi-ballad alla Metallica in stile "Fade To Black", ma purtroppo nonostante l'idea carina, viene presentata con una prestazione vocale insolitamente grave, forse un po' troppo forzata nel tentativo di diventare originale. Quindi, album buonino nonostante le incertezze, poiché piacevolmente inserito in una dimensione musicale che ad ogni metallaro adoratore degli '80s deve interessare. Un plauso alla passione di questi ragazzi. Consiglio di dargli più di un ascolto. 

Voto: 7/10

Alessio Secondini Morelli