PAPA ROACH - Crooked Teeth

Elevn Seven
Gruppo alternative metal nato negli Usa e precisamente in California a Vacaville nel 1993, i Papa Roach si sono resi grandi al pubblico pubblicando un album grandioso come “Infest”. In 24 anni di carriera hanno saputo come rinnovarsi e come mantenere alta l’attenzione dei loro affezionati ascolatatori e hanno visto naufragare molti gruppi che navigando nel loro stesso genere hanno compiuto numerosi passi falsi. Vero è che dopo i grandi successi rimane sempre difficile non lasciarsi coinvolgere dalle rigide leggi del mercato, quindi commercializzarsi e mettere da parte la qualità vera della produzione musicale. I Papa Roach furbescamente hanno saputo unire la qualità sonora con la richiesta del mercato, vendendo più di 18 milioni di copie in tutto il mondo. Inizialmente molto vicini al Nu Metal, movimento nato nella seconda metà degli anni ’90,col tempo si sono sempre più indirizzati verso l’Alternative Metal, un genere che ha già detto molto se non tutto, un terreno ormai difficile per la sperimentazione. Sarà per questo che nel loro nono album rimangono legati al loro passato senza però rinunciare a nuovi spunti di innovazione interessanti. L’album di cui stiamo parlando è “Crooked Teeth”, pubblicato per la Eleven Seven Music, pubblicato il 19 maggio 2017 e registrato in un piccolo studio a nord di Hollywood. Tutto il lavoro è stato prodotto da Nicholas “Ras” Furlong e Colin Brittain, ad eccezione del brano “Born for greatness” interamente curato da Jason Evigan. Punti di forza dell’album sono: immediatezza musicale esplicata da ritornelli travolgenti che entrano subito in memoria, un rap/rock intriso di pop che coinvolge un’ampia fetta di pubblico perché non richiede grande impegno, un vocalist Jacoby Shaddix capace di regalare performance buone e facilmente adattabili. Le tracce hanno si momenti più rockeggianti e altri più soft, ma il platter è abbastanza omogeneo, ha un’ottima idea di base e buonissime melodie piacevoli sin dal primo fugace ascolto. Analizzando nello specifico si parte alla grande con un alto muro del suono in “Break the fall” accompagnato da un videoclip dove i 4 membri della band vengono ripresi nella confusione di una minuscola stanza, una rappresentazione a dir poco perfetta di ciò che il brano vuole dirci,parla di gente rinchiusa, di ambienti stetti ed angusti, si sentono prigionieri della propria testa; molto più veloce l’esecuzione del brano che da il titolo al brano, con repentini cambi di tempo. Notiamo un’alternanza fra parti quasi urlate e altre dove le parole sono sussurrate nel mistero, il sound di questo pezzo è un pugno nello stomaco per quanto è graffiante.

My medication invece, dopo un introduzione intrisa di pop, scorrendo acquisisce valore Metal, mentre in altri parti è rap/Metal; voglia di andare oltre l’aspetto tipicamente pop in “Born for greatness”, ci si lega ad un suono più particolare, un brano sicuramente divertente dove l’ascolto vola via in modo molto piacevole, e la storia si ripete in “American Dreams”, un’incantevole power ballad con base melodiosa coinvolgente e rappato che fa il resto, sfumature synth pop. Arriviamo alla prima collaborazione in “Periscope” con la cantante pluripremiata Skylar Grey, forse il brano più pop della raccolta, non ha proprio tratti caratterizzanti poiché scritto per essere assimilato nell’immediato. Mette invece in mostra le potenzialità vocali del singer “Help”, anch’esso pop ma intriso di elementi rock che lo rendono più interessante e aggressivo. Segue la collaborazione con Machine Guy kelly in “Sunrise Trailer Park”, il più rappato, trama piiù complessa brano a metà fra il pop-rock e il Metal rap, tutto sommato un pezzo riuscito. Si fa più incalzante il lavoro con “Traumatic”, sicuramente più vicino all’Heavy Metal di quanto lo siamo stati fin’ora, effetti sonori e sperimentazione in “None Of the Above” e “Ricochet” molto più sfacciati, nel secondo pezzo le parti melodiose creano un vero stacco in molte parti. Punto di forza di “Nothing” è il ritornello che velocemente si infila nelle orecchie chiude magicamente il platter “Bleeding In through”, in linea con l’album sfornando fiumi di parole su una base musicale Rock. L’obiettivo di non commercializzarsi e mantenere alta la qualità delle composizioni è evidente in questo album, quindi esperimento tutto sommato riuscito, nessuno direbbe che questo gruppo suona da oltre 20 anni, mantengono la freschezza con un lavoro scherzoso ed allegro. Sarà per questo e per molto altro che a noi ci piacciono tanto i Papa Roach e questo disco rimane nella nostra cassaforte degli album divertenti da ascoltare a cuor leggero. 

Voto: 7/10  

Angelica Grippa