DIABULUS IN MUSICA - Dirge For The Archons

Napalm
Cosa succede quando si uniscono una voce splendida, degli eccellenti musicisti, un’ottima produzione ed un sapiente songwriting? La risposta è piuttosto ovvia: nasce un bellissimo disco. "Dirge For The Archons" è l'ultima, godibilissima fatica dei Diabulus in Musica, rilasciata nel 2016 per Napalm Records. Un lavoro che segna, a mio avviso, la consacrazione del quintetto iberico tra le migliori realtà internazionali del metal sinfonico. Premo play e l’attenzione è immediatamente catturata dallo staccato d’archi di “Battle Of Atlantis”, opulenta intro sinfonica che apre la strada al ritmo incalzante di "Earthly Illusions”. Ritmiche taglienti, riff interessanti e mai banali, ritornelli ariosi e cantabili in cui la voce della talentuosa Zuberoa Aznárez disegna eteree melodie rinforzate da potenti cori polifonici: gli ingredienti per una perfetta opening track ci sono tutti, ben dosati e sapientemente mescolati. "Marble Embrace" è un brano dal groove più cadenzato e dalle sonorità più ricercate, in cui si sviluppa un vistoso spaccato tra le ritmiche serrate delle strofe e l'apertura melodica dei ritornelli. Particolarmente apprezzabile, dal mio punto di vista, lo special centrale in cui trionfa il coro polifonico. Dopo alcuni ingannevoli secondi di intro orchestrale, "Invisible" colpisce dritto in faccia con le sue stilettate in 6/8, ma al tempo stesso è in grado di ammaliare con melodie sognanti e ritornelli che si imprimono nella mente con grande forza; il tutto senza mai cadere nel banale, grazie all'interessante sviluppo del brano e alle variazioni centrali che mantengono alto l'interesse senza mai annoiare. Gli strumenti si rincorrono l’un l’altro in una sorta di fuga prima di esplodere nel potente riff iniziale di “Crimson Gale”, un brano che preme decisamente il piede sull’acceleratore e mette vistosamente in luce la perizia del drummer David Carrica, un’autentica macchina da guerra. Una suggestiva intro strumentale dipinge ad arte lugubri ed inquietanti atmosfere ludiche in “Ring Around Dark Fairies' Carousel”: poco dopo, abili vocalizzi si intrecciano con note di carillon, orchestra e coro sul groove cadenzato scandito dalla band, dando vita ad un suggestivo cammeo di rara efficacia che mi ricorda nel mood i Delain in “Here Come The Vultures”. Dopo 6 tracce di monumentale impatto sonoro, è più che legittimo concedersi qualche minuto di pura melodia: “A Speck In The Universe” è una ballad che fa sognare, impreziosita da splendide orchestrazioni che incorniciano a dovere l’indiscussa protagonista di questo brano: la bellissima voce di Zuberoa.

Seguono le note dell’arpeggio iniziale di “Hiding From You”, un mid-tempo dal mood introspettivo e dalle sonorità più snelle, ma di notevole impatto. La successiva “The Voice Of Your Dreams” alterna sonorità più intime e contenute nelle strofe, che richiamano vagamente i primissimi Lacuna Coil, a quelle decisamente aperte, spiegate e potenti dei ritornelli, ancora una volta accattivanti ed immediati. Il breve ma suggestivo intermezzo strumentale "The Hawk's Lament" apre la strada a “Bane”, colorata ballad dal sapore decisamente folk in stile Blackmore’s Night. “The River Of Loss” è un brano dai forti contrasti: un intenso pathos sinfonico, arricchito da intriganti coloriture elettroniche e scandito da taglienti ritmiche, lascia poco dopo ampio spazio ad ariose melodie dal retrogusto folk; nello special centrale, il brano esplode letteralmente in una raffica di suoni potentissimi per poi calare rapidamente, ancora una volta, nella calma apparente che prelude al finale pieno e sonoro. Ed è lungo il sentiero variopinto del folk che il quintetto iberico ci conduce verso la fine di questo bellissimo viaggio attraverso le note sognanti di “Zauria”, tributo in lingua spagnola alla loro terra d’origine. Il disco è di facile ascolto, ma al tempo stesso ricercato; è duro e tagliente nelle sonorità, ma anche rotondo e morbido nelle melodie. Tutto appare sapientemente costruito, persino l’ordine della tracklist, in grado di assicurare la giusta varietà e di tenere alta la tensione. Un album che possiede tutte le caratteristiche chiave del genere, in grado di soddisfare appieno gli amanti del metal sinfonico, e non solo. 

Voto: 8/10 

Sam A.