EXILED ON EARTH - Forces Of Denial

Punishment 18
Formata da musicisti dotati di un notevole spessore artistico, la band degli Exiled On Earth giunge sul mercato discografico con un lavoro di tutto rispetto. I buoni riscontri dell'esordio The Orwell Legacy, hanno consolidato la ricetta musicale del gruppo, fatta di un thrash metal contaminato da sfumature di un progressive power metal. Un insieme stilistico che ha portato alla nascita di Forces Of Denial, nel quale il thrash più classico, tipico della scena americana, riesce a fondersi con un heavy di priestiana memoria ed un power di matrice teutonica. Ecco quindi che Exiled On Earth confermano con questo nuovo capitolo di essere notevolmente migliorati non solo da un punti vista tecnico e compositivo, data la presenza dei musicisti coinvolti, bensì da una dimensione concentrata sulla personalità, che consentono alla band laziale di staccarsi dalla monotonia che intasa la scena del metal italiano, grazie ad una ricetta fortemente originale. Se Alfredo Gargaro riesce a graffiare con la sua chitarra tecnica e potente, il fulcro degli Exiled On Earth è certamente Tiziano Marcozzi, noto anche per la sua militanza nei Rosae Crucis, che può essere considerato come il Dave Mustaine della band, abile a districarsi tra la chitarra ed il cantato. Il disco nel suo insieme si apre con la title-track, un concentrato di rabbia e cattiveria, che incide e lascia il segno per via di una musicalità persuadente, The Glory And the Lie a seguire, vede la band velocizzare la propria esecuzione, curando con la giusta ponderatezza sia l'aspetto lirico che quello tecnico, differentemente Hypnotic Persecution, vede gli Exiled On Earth mollare temporaneamente il piede dall'acceleratore, per poi partire con un frullato di aggressività e crudeltà sonora senza eguali.

La sintonia tra le chitarre di Gargaro e Marcozzi è palese ed intuibile in ogni nota, ma è con The Magler che si ode in modo particolare la loro classe musicale, in un brano ben ritmato nel quale anche la batteria di Piero Aironi ed il basso di Gino Palombi lasciano il segno. Ecco arrivare il momento di Vortex Of Deception, un brano dai connotati più tradizionali, supportato da un suono pulito e moderno, con un'attitudine particolarmente incline ai Death di Sound Of Perseverance, ma  ad un brano più immediato, segue un componimento più progressivo come Underground Intelligence, dove colpisce la pregevole struttura di un brano articolato in modo impeccabile. Into The Serpent's Nest è da considerare il vero capolavoro non solo del disco, ma dell'intera carriera degli Exiled On Earth. Il brano è di chiara scuola Metallica/Megadeth dei tempi d'oro, ma è nell'attitudine che gruppo romano lascia tutti a bocca aperta. La chiosa è affidata a Lifting The Veil, un brano straordinariamente thrash che riassume in modo intelligente tutti i contenuti di un disco di grande valore artistico, che consacra una band destinata negli anni a seguire a raccogliere un folto numero di consensi, in una scena come quella italiana, che per dirla alla romana non da mai a Cesare ciò che è di Cesare.  

Voto: 8,5/10

Maurizio Mazzarella