RHAPSODY OF FIRE - Intervista alla Band


Recentemente è uscito l’ultimo disco in studio dei tuo Rhapsody Of Fire. Come è stata studiata la stesura di questo lavoro?

Ho iniziato a lavorare sulle prime idee per ‘Into The Legend’ quasi 3 anni fa. Avevo già scritto materiale, come parte della suite ad esempio, anche se ancora non l’avevo completata. Il fortissimo entusiasmo ed energia che ho vissuto durante tutto il processo lavorativo dell’album è stato davvero notevole, ma è stato anche grazie alla consapevolezza di volere creare un album che lasci il segno e che si sovrapponga ai lavori precedenti a darmi l’impulso. Comporre, creare, arrangiare, consapevole che poi in studio le parti sarebbero state registrate da una band cosi forte ti fa lavorare con estremo piacere.

Come è avvenuta la selezione dei singoli brani presenti di Into The Legend? 


Sono 20 anni che scrivo musica e non ho mai creato 20 brani per poi selezionarne 10 da inserire in un album. Non fa per me. Io parto da zero e compongo 10 brani, tanto per fare un esempio, e li compongo sapendo che faranno tutti parte dello stesso album. Li compongo con questa visione, anche seguendo una certa logica di successione dei brani, quindi ci lavoro duramente, come se fosse l’ultima cosa che faccio. Ho questo approccio in tutto nella vita, che sia una brano o un allenamento in palestra. Non mi risparmio mai. L’unica eccezione è stata “The Kiss Of Life” che avevo iniziato a comporre per “Dark Wings Of Steel” ma che ho preferito tenere da parte.

A cosa ti ispiri quando componi un tuo pezzo?

Film, immagini, fotografie, melodie, idee, ricordi, stati d’animo e tanti altri elementi che fanno parte di noi. Molto spesso compongo con la precisa intenzione di stimolare la fantasia di chi ascolta, compongo come se si trattasse di descrivere un film o una situazione emozionante.

Quali sono le differenze tra Into The Legend ed il suo predecessore?

Trovo importante dire che “Dark Wings Of Steel” è l’album che volevo fare in quel preciso momento storico della band. So che ha diviso i fans, c’è chi lo adora e chi dice che non rispecchia la nostra tipica tradizione musicale. A me piace molto e ci tengo a dire che è frutto di passione e di scelte musicali ben precise e mai lasciate al caso. Come già saprete ho la tendenza a lavorare su parti orchestrali in stile cinematografico, parti spesso complesse, ed è appunto ciò che ho voluto fare per “Into The Legend”, un album molto più ricco di = elementi tipici che adoro e che hanno reso questa band famosa. Orchestra, cori operistici, cori epici, cori di voci bianche, Baroque ensemble, moltissimi ospiti solisti tra cui la soprano Manuela Kriscak, nonché una produzione meticolosa a partire dalla batteria, basso, chitarre, voce, mix e mastering a Los Angeles. L’intera produzione è durata 7 mesi, tutti passati a Trieste.

Quali sono le tue maggiori influenze da un punto di vista compositivo?

Sono 4-5 anni che non ascolto nulla che possa interferire con le mie composizioni, quindi niente metal. A dire il vero il metal attuale non mi esalta più di tanto. I musicisti sono tutti bravi, ma non sento più quella profondità tipica delle band storiche degli anni passati, sento minestroni, scopiazzature, cd perfettamente confezionati ma che dopo 1 mese che li ascolti li metti da parte. Non dico che ciò che scrivo io sia destinato ad essere ascoltato in eterno, ma questo è sicuramente il mio approccio lavorativo.

Ritieni che questa sia la formazione dei Rhapsody Of Fire più solida della sua storia?

Ci tengo a precisare che non mi esaltano i cambi di formazione, resto sempre dispiaciuto nel vedere come certe persone si comportano e inevitabilmente si mettono nella condizione di essere ‘lanciati’. L’attuale line-up rappresenta la perfezione e spero che duri parecchi anni. Alessandro Sala è un ottimo bassista e soprattutto un nuovo amico. Per me la relazione personale viene prima della capacità di suonare il proprio strumento.

Che musica ascolti attualmente?

Il più delle volte ascolto colonne sonore, poi dipende, se sono a casa preferisco colonne sonore, se invece sono in auto ascolto di tutto, dagli Alter Bridge a Branduardi.

Quale brano di Into The Legend pensi ti abbia impegnato di più da un punto di vista compositivo e quale oggi ti da soddisfazione quando l’ascolti?

Ci sono state alcune parti su cui ho lavorato per settimane, per ricercare la perfezione, ma in genere è stato un processo incredibilmente fluido e ricco d’ispirazione. Tutto l’album mi da soddisfazione, se viene la pelle d’oca a me che l’ho scritto, prodotto, etc. in base alla mia esperienza è un segno molto positivo. Quando ascolto musica creata da me riesco a distaccarmi e ad ascoltarla come se non l’avessi mai sentita prima, questo mi aiuta molto in qualsiasi fase io mi trovi, a casa a comporre o in studio a mixare, e mi ritengo molto fortunato per questo.

Quali pensi siano le differenze tra principali gli ultimi due lavori dei Rhapsody Of Fire se rapportate esclusivamente al tuo strumento?

A dire il vero di tastiere negli ultimi due nostri album ce ne sono pochissime. L’orchestra vera, gli archi, gli ottoni, etc. hanno preso il posto di suoni finti e plastici che non mi sono mai appartenuti. Per essere precisi, l’80% dei suoni orchestrali che senti provengono da strumenti veri, il restante 20% proviene da librerie di estrema qualità che lascio a supporto del suono generale. Per fare un altro esempio, anche l’ensemble Barocco è suonato da strumenti veri e soprattutto originali, cosi come la cornamusa, il cello, flauto traverso, arpa Celtica, violone, clavicembalo, etc.

Quanto è importante la voce di Fabio Lione nei Rhapsody Of Fire?

Io identifico i Rhapsody Of Fire con la voce di Fabio Lione. Quando senti alcune note di voce si capisce subito che è Fabio che sta cantando, il suo timbro è unico e speciale, ormai è un brand.

Lo stile di Fabio Lione come si differenzia tra i Rhapsody Of Fire e gli altri progetti in cui è protagonista come Angra o Vision Divine secondo te?

L’approccio vocale di Fabio nelle band che hai nominato è forse più rock, più progressive a volte e in passato anche più pop. Nella musica dei Rhapsody Of Fire c’è una forte drammaticità, teatralità, e molti altri elementi che nessun’altra band ha. Ecco che la voce di Fabio si trasforma e diventa un tutt’uno con la musica. Numerose sono poi le sfumature e i modi di cantare all’interno di un nostro album, si passa da cantati metal a cantati soavi e poetici ad altri più teatrali ed interpretati.

Ci sarà un tour con delle date dal vivo?

Abbiamo alcune date confermate e stiamo lavorando per un tour in Asia e per un tour in Europa ovviamente. Ci tengo a precisare che i Rhapsody Of Fire sono una band affiatata e pronta a suonare ovunque in qualsiasi momento.

Cosa ricordi della tua esperienza all'Agglutination Metal Festival?

Bellissimo! Nessuno stress, una fantastica giornata di sole, buon cibo e poi la sera dei fans che ci hanno accolto benissimo e un bel concerto in un posto davvero speciale. Speriamo di tornarci in futuro.

La vostra label è molto attiva nelle pubblicazioni live. E' possibile che possa uscire un vostro Bluray o DVD a breve?

La AFM Records è molto attiva e sta facendo un lavoro molto intenso per la promozione di “Into The Legend”, varie edizioni, jewel case, digipak, vinili in colore argento io d’oro, il box set limitato a 1000 copie e molto altro materiale. Mi piacerebbe produrre un Live DVD in futuro, magari tratto da un evento speciale. Ci sto pensando da qualche tempo, forse non a breve ma nel vicino futuro! 

Into The Legend è uscito anche in una forma molto artistica in edizione limitata. Da chi è partita l'idea di creare il box set?

Stiamo parlando del box set limitato a 1000 copie in cui troviamo il drago della copertina di “Into The Legend”, più il cd in versione digipak, il certificato di autenticità, e un messaggio scritto a mano dal sottoscritto sul retro di uno spartito usato per questo nuovo album. AFM Records ha avuto l’idea che ho appoggiato completamente. Noi siamo consapevoli quanto importante sia l’aspetto grafico e gli oggetti da collezione per i nostri fans!

Vuoi salutare i nostri lettori?

Ci vedremo dal vivo molto presto!! Grazie, Alex Staropoli.

di Maurizio Mazzarella