EGIDIO MAGGIO - Me

Officina Meccanica
Quello di Egidio Maggio è un nome che ormai ha un certo peso nell’ambiente musicale professionistico e la sua chitarra è stata ed è al servizio di nomi prestigiosi. Ricordiamo Mia Martini, Luca Medici (il Checco Zalone nazionale) e prima ancora Ricky Portera, Mimmo Cavallo, Dionne Warwick, Mariella Nava… Quando poi ad un curriculum già corposo andiamo ad aggiungere un certo Mr. Tony Hadley (si, il frontman degli Spandau Ballet), bè, un piccolo brivido è sicuramente legittimo. Il biglietto da visita appena esibito non serve solo ad introdurre l’analisi del primo lavoro solista dell’artista tarantino ma, soprattutto, a far riflettere molti axeman nazionali che se la “tirano” al primo cd autoprodotto nella stanzetta di casa propria. Me, questo ne è l’emblematico titolo, non è paradossalmente un punto di partenza ma, al contrario, un prestigioso traguardo che giunge a coronamento di anni dedicati allo studio dello strumento ed al lavoro in sala d’incisione e sui palchi di tutt’Italia. Soprattutto è un lavoro suonato e registrato sul serio, dove non esistono artifizi informatici ma solo musicisti veri. Perfino gli archi dell’opener Preludio non sono prodotti da sintetizzatori ma da violino, viola e violoncello “di legno”. And Now We Go To Dance estrinseca immediatamente la vena hard di Egidio ma, si badi bene, è solo uno degli aspetti di un chitarrismo ecclettico e completo che, nel corso di questo lavoro, va a toccare più generi musicali. Scritto in chiave maggiore e basato su efficaci armonie e cascate infinite di note, ci regala alla fine un fraseggio fulminante (simil Volo Del Calabrone, ma giusto per farvi capire…). Chitachia è graziato da una struttura ritmica ben complessa, dove il lavoro di Felix Di Turi alla batteria e Beppe Sequestro al basso si manifesta in un apporto determinante in realtà su tutti i brani del cd. Splendida l’armonia dettata dalla chitarra, che sfocia nel conseguente “macello” in fase solista. L’atmosfera si fa più pacata in Chico, dove una bella melodia galleggia su sonorità liquide. Fabio Barnaba sfodera un bell’assolo di tastiera su ritmica reggae che, improvvisamente, si trasforma in una piccola galoppata. E’ evidente l’estro compositivo di Egidio Maggio che in composizioni di breve durata riesce a sfoderare una scrittura musicale “progressive”.
Your Eyes è una vera e propria ballata musicale, davvero suggestiva e graziata da uno splendido assolo di chitarra, dove fa capolino una delle influenze di gioventù del chitarrista tarantino (un certo Dodi Battaglia…). My Sexy Guitar è scanzonata ed allo stesso tempo tecnicissima, sensibilmente più vicina ad artisti come Joe Satriani o, meglio ancora Greg Howe, da cui il nostro ha mutuato un chitarrismo principalmente basato su note suonate con l’ausilio delle quattro dita della sinistra, al contrario dei trucchi pirotecnici (…entrambe le mani sulla tastiera) di Steve Vai. Brillante e dinamica Tour, dedicata al continuo girovagare per la musica, col prezioso lavoro di Beppe Sequestro al basso. Jazz d’alta scuola caratterizza Paranoid, mentre Cickoria è ancora una volta dimostrazione dell’abilita di Egidio Maggio a mixare tecnica e melodia. Senza parole ci lascia la splendida In The Other Life In A New Light, una preghiera in musica con una chitarra estremamente lirica. Davvero un disco bellissimo, credeteci, come pochi. Non è da tutti produrre un lavoro costituito da quarantadue minuti di musica strumentale che riesce a tener sempre desta l’attenzione e, soprattutto, che ti lascia addosso la voglia di premere ancora una volta il tasto “play”. 

Voto: 10/10 

Salvatore Mazzarella