ARMONITE - Intervista alla Band



Risponde Paolo Fosso compositore della band:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio. Potete presentarlo ai nostri lettori?

“The Sun is New each Day” è il risultato di 6 mesi di produzione, 9 brani strumentali prodotti dal primo producer dei Muse, Paul Reeve, con mastering agli Abbey Road Studios di Londra. Al basso, Colin Edwin dei Porcupine Tree.

Come si è districata la vostra formazione da musicisti?

Io e Jacopo studiamo musica da quando avevamo 5 anni. Jacopo si è specializzato in violino; io, dopo i primi anni di pianoforte, mi sono iscritto a Composizione al Conservatorio di Milano. Abbiamo una formazione classica, ma certo non possiamo definirci “classici”. Già adolescenti suonavamo in alcune band locali i generi più disparati, dai Beatles ai Dream Theater. Ad oggi Jacopo è orchestrale e insegnante di violino; io lavoro nell’amministrazione musicale.

Come avete scelto il titolo del disco?

"The Sun is New each Day" è l'aforisma di Eraclito che più mi rappresenta. Ricorda che nulla è permanente e non dovremmo diventare schiavi dei nostri pregiudizi. È tanto più vero in questi giorni di crisi economica: la povertà cresce, non c'è più lavoro, e quei pochi che ce l'hanno sono costretti a lavorare troppo e mal pagati. Siamo sicuri che questo concetto di lavoro non sia diventato obsoleto? A questa stregua preferisco lavorare meno, consumare meno, ma dedicare più tempo alla vita, all'arte, alla musica, alla famiglia, alla cultura, alla comunità. 

A cosa vi ispirate quando componete?

La vita e la gente offrono un ampio campionario da cui trarre spunto, in particolare quando muovono dalle nostre passioni: il cinema, la tecnologia, i videogiochi, i libri, i viaggi... Quando leggi un libro o guardi un film, sei investito da una tale quantità di idee da sviluppare che si susseguono come in una sorta di effetto domino. A noi piace partire da lì.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

Violino elettrico, basso, batteria e tastiera. Hard rock con accenni di elettronica, classica ed etnica, condito da progressive metal e un pizzico di cultura pop. Abbiamo cercato un sound che potesse in qualche modo avvicinarsi a un pubblico eterogeneo, agganciando, se possibile, anche una fascia di ascoltatori non avvezzi.

Come nasce un vostro pezzo?

La nostra musica nasce da un'idea di movimento che passa attraverso l'immaginazione: scene di vita, storie, traumi, paure, passioni che scaturiscono da una sequenza di immagini. Per questo, in futuro, ci piacerebbe semplificare la densità compositiva, in modo da ritrovare una più naturale sincronizzazione col cinema, che resta una delle nostre più grandi passioni.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

“Le temps qui fait ta rose” è ispirato a una frase del Piccolo Principe: “È il tempo che hai speso per la tua rosa che rende la tua rosa così importante”. Lo dedico alla mia famiglia.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Dream Theater, Yes, Rush, Metallica, Pantera, solo per citarne alcuni, ma dovrei includere anche Beatles, Deep Purple, EL&P, Jethro Tull, Queen, Nirvana, Foo Fighters, Queensryche, Fates Warning, Spock’s Beard, Porcupine Tree, Yanni, Vangelis e Andrew Lloyd Weber.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? 

Abbiamo prodotto uno show che si intitola "The Soundtrack is New each Day - Colonne Sonore in Violin rock", un arrangiamento originale di brani di musica da film e serie televisive, da "Game of Thrones" a "He's a Pirate", passando attraverso "Harry Potter" e "La Storia Infinita". Questi brani sono già disponibili su YouTube; ne stiamo arrangiando altri. Poi penseremo al prossimo album; ma è ancora presto.

Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  

Se le condizioni lo permetteranno, ci piacerebbe riuscire a organizzare un breve tour entro il 2016. Presto pubblicheremo degli aggiornamenti sulla nostra pagina Facebook.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come artisti?

Un inno al mercato, come dappertutto. Manca la curiosità: preferiamo vivere di certezze, e così ascoltiamo la stessa tiritera per tutta la vita. Finché non riusciremo ad instillare nel pubblico la curiosità di andare oltre la musica commerciale, ci ritroveremo sempre in uno sciame di tribute band.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come musicisti?

Non credo che uno strumento, in quanto tale, possa danneggiarci. La tecnologia progredisce inesorabilmente, a volte anche rivoluzionando il modo di produrre contenuti. Non è un male, né un bene. Ogni novità si trascina le paure degli scettici: è successo anche per il fonografo. Poi il pubblico la metabolizza, e via verso nuovi strumenti. Noi preferiamo affinare la capacità di adattamento.

Il genere che suonate quanto valorizza il tuo talento di musicista?

Abbiamo la fortuna di poter suonare la musica che componiamo, che ci riflette appieno. Ci piacerebbe continuare a crescere musicalmente insieme ai nostri album. 

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Forse un solista della chitarra elettrica, tipo Steve Vai. 

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

“The Sun is New each Day” è disponibile gratuitamente sul nostro sito armonite.com. Ascoltateci e seguiteci sulla nostra pagina Facebook!

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Maurizio Mazzarella