ANNOT RHUL - Leviathan

Black Widow
Prog a tinte scure, dark sound, concept lovecraftiano: poteva la nostrana Black Widow lasciarsi scappare un progetto di tal sorta !? Assolutamente no, ed infatti ecco tra le nostre mani questo lavoro a firma del chitarrista (ma anche polistrumentista) Sigurd Luhr Tonna, la mente dietro il monicker Annot Rhul, che in realtà non è una vera e propria band ma un’espediente nominale idealmente correlato all’immaginificità della proposta musicale. Son passati ben sette anni dalla precedente uscita, che flirtava con la psichedelia, funzionali però allo sviluppo di un’opera più articolata e complessa, ben meditata e curata, dagli arrangiamenti sino all’artwork a tema, sviluppata col supporto di una serie di collaboratori, il tutto incentrato sulle opere dello scrittore di Providence. I Pink Floyd sembrano dominare lo “scrigno” delle influenze cui il nostro attinge, comunque ben diluite nell’arco delle sei tracce di cui la prima e l’ultima sono vere e proprie suites. L’opener Leviathan Suite (…appunto) è divisa in ben sette movimenti, partendo da atmosfere cosmiche e soffuse che evolvono gradualmente verso un finale aggressivo… In mezzo chitarre e synth multiformi che ci regalano sprazzi di prog italiano (soprattutto i fraseggi delle tastiere ci ricordano le migliori Orme). Dinamica ed hawkwindiana The Colour Out Of Space, mentre plumbea (…anche per il racconto) risulta essere The Mountains Of Madness. La seconda e conclusiva suite, R’lyeh, oscilla tra inquiete atmosfere gobliniane, elettronica e spruzzate metal. In conclusione, un disco ben fatto, dove tutte le riletture del passato vengono plasmate in modo davvero originale, che sarà di sicuro interesse per tutti gli appassionati del genere.

Voto: 8/10

Salvatore Mazzarella