SKW - Intervista alla Band


Siete appena usciti sul mercato discografico con Signs potete presentarlo ai nostri lettori?

-“Signs” e’ l’album che abbiamo concepito e realizzato con maggiore consapevolezza, personalità’, energia, duro lavoro. CI siamo guardati in faccia e dopo tante soddisfazioni dopo l’uscita di Numbers, avevamo decisamente bisogno di scrivere e dire cose nuove, di maggiori stimoli e cosi’ abbiamo iniziato questo lavoro a cui teniamo più’ di ogni altro album. Ci sentiamo molto maturi e questo e’ il disco perfetto di ciò’ che ora siamo. Sempre alla SKW ovviamente, ma molto nuovo per chi e’ abituato a sentirci o per chi ci segue da molto.

Signs è appunto il titolo del vostro ultimo disco in studio, come lo avete deciso?

-L’album non e’ proprio un concept, ma c’e’ un filo conduttore che lega tutte le tematiche. I segni. Inteso come segni di ogni tipo, quelli che pero’ ti fanno riflettere. E quindi avvenimenti, segni positivi, segni negativi, segni del passato o del presente. E forse sono questi che disegnano il tuo cammino. Positivi come in “Light” o negativi come in “final destination” e’ bene accorgersene e interpretarli per tentare di capirli. A quel punto sta a te unire tutti i punti e ottenere il tuo percorso.

Quanto tempo è servito per completarlo, tra stesura e registrazione?

-Diciamo circa 1 anno e mezzo. Qualche pezzo era gia’ stato scritto, ma diciamo che nell’ultimo anno e mezzo abbiamo cominciato a scrivere , arrangiare, pre produrre il tutto con l’aiuto di Frank Andiver, nostro produttore artistico che ci segue dai tempi di Numbers. Ci siamo dati il target di un anno per completare il tutto. E cosi’ e’ stato..siamo andati a Lucca negli studi di Frank e abbiamo registrato in varie sessioni. A gennaio era tutto pronot, abbiamo masterizzato negli states e a meta’ maggio e’ uscito il disco.

Chi ha curato la copertina del disco? Cosa rappresenta? 

-L’ha curata Luca di Pagan wood, un grafico eccellente. La foto di copertina e’ reale, l’ha fatta Ilaria Dalla Casa di Motel Vista che e’ anche colei che ha prodotto il nostro videoclip. Nella foto sono state prese le mani della mamma del nostro drummer Giancarlo. Tiene delle carte in mano. E’ tutto legato al filone dei segni. Abbiamo sviluppato il concept grafico richiamando i segni del destino interpretati da una cartomante. All’interno vi sono simboli e oggetti legati alla nostra infanzia o legati alle nostre paure. Tutti segni che vi hanno influenzato nel nostro percorso.

Come si è evoluto il vostro sound partendo da Connection, sino ad arrivare a Signs?

-I primi due album e quindi anche il secondo connection erano di una band dal suono primordiale, senza fronzoli perche’ anche noi eravamo piu’ giovani piu’ spregiudicati. E quegli album sono molto tecnici, molto metal, molto di fuoco. Erano giusti per quello che eravamo in quel momento. Poi con Alter Ego e con Numbers le cose si sono evolute. Nessuno ha abbandonato l’aspetto piu’ metal giusto per intendersi, ma siamo stati piu’ attenti alle sfumature, alle emozioni, all’aspetto piu’ intimo dei brani. Il cerchio si chiude con Signs, che pur essendo aggressivo e al 100% SKW e’ molto spiazzante e fresco riseptto al passato.

Quali sono le differenze principali tra Signs ed il precedente Numbers?

-Sicuramente “Signs” e’ piu’ moderno nella concezione, siamo noi al 100%. “Numbers” era stata la svolta per la nostra concezione musicale, “Signs” e’ il disco maturo per eccellenza. Sicuramnete Signs ha molte piu’ sfumature, ci trovi aggressivita’ e metal, ma anche molte melodie e tante sfaccettature della nostra personalita’. Di “Signs” non abbiamo sbagliato nulla. Di “Numbers” visto ora avremmo cambiato parecchie cose.

Quali invece i punti in comune?

-Il nuovo percorso musicale degli SKW. Attenzione agli arrangiamenti, ai colori di ogni song, la maggiore espressivita’ delle nostre identita’, la produzione dettagliata. L’abbandono della furia per una aggressivita’ piu’ logica.

Quali sono i pregi di Signs? 

-Ripeto, “Signs” ha il merito di esser nato dopo 25 anni dalla nascita della band. I pregi? Il sound assoluto che gli abbiamo dato, la bellezza di ogni singola canzone scritta, il durissimo lavoro che si sente dietro ogni cosa. Il metal  targato solo e soltanto SKW, e un buon occhio alle atmosfere americane.

Ritenete che Signs sia il vostro migliore in assoluto?

-Riteniamo di si. Come gia’ detto siamo soddisfatti al 100%. Registrarlo e’ stato un proforma. Lo avevamo in testa da molto tempo. Ci abbiamo lavorato tantissimo. Dentro c’e’ anche una cover dei Rush rivisitata.

Come nasce un vostro pezzo?

-Solitamente da una mia idea di chitarra. Quando scrivo mi immagino tutto. Batteria , basso voci, linee di chitarra. La tecnologia ora aiuta..posso inviare in tempo reale le mie idee agli altri. Poi il pezzo diventa della band. Spesso cambia completamente in sala prove, oppure a volte succede che non cambia per nulla. Quello che cambia e’ l’arrangiamento basso batteria e le prime parti vocali che possono far cambiare anche la musica. Quando si e’ pronti coinvolgiamo il nostro produttore artistico. Lui ci dice cosa non va, spesso mette becco anche sulle melodie, insomma cresciamo insieme col vibe del pezzo fino a sentirlo nostro. Fino a sentire che va bene.

Quale è il brano di Signs al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Domanda difficile…sono nati tutti nello stesso momento e con la stessa anima. Sono tutti filgi nostri. Se devo scegliere personalmente dico “Amnesia” il primo singolo e “Signs” che e’ un pezzo che mi piace tanto anche suonare. 

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  

-Facciamo una manciata di date in estate e poi un tour vero e proprio dopo l’estate. Passeremo anche dalla Spagna e in cantiere c’e’ l’inghilterra per il 2015. Insomma tante sorprese…senza contare che a ottobre faremo il live party per il nostro 25esimo anniversario!

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Ce ne sono moltissimi. Forse troppi. Personalmente con James Hetfield. Trovo che i pezzi dei metallica, specialmente quelli vecchi, abbiano un gusto davvero incredibile. Lavorare con lui significherebbe capire cosa vuol dire concepire con un gusto del genere la musica.. Nel 99 suonammo dei brani a Milano con Jason Newsted quando era nei metallica..vedi anche questi sono segni! 

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Certo. Io spero che tutti voi torniate ad essere curiosi della musica originale, di andare a scovare dei cd che vi interessano apprezzando la musica per come e’ fatta e non per quel che la massa segue. Parlo anche e soprattutto del nostro paese dove vi sono davvero molte band che sanno fare musica esattamente o anche meglio del gruppo estero che vi fa impazzire. Supportate il metal italiano o cosi’ muoriamo tutti. Spero che Signs aiuti anche a questo. Ciao!

Maurizio Mazzarella