AFM Records |
A tre anni dal pregevole The Landing i teutonici Iron Savior ritornano con un lavoro di spessore e grande qualità. Nessuna innovazione e tanta coerenza, con un sound al passo con i tempi. Ne viene un lavoro che conserva il classico sound del power metal tedesco, con la consueta impronta di Piet Sielck, in una sorta di mix tra Gamma Ray, Helloween e Blind Guardian dei tempi d'oro. Andando dritti al sodo, Rise of the Hero è un disco ben confezionato, basato di canzoni potenti e determinate, corredate da un impatto sonoro notevole e da una melodia incisiva ed accattivante che rimarca la compattezza e lo rende immediato nell'apprendimento. Gli Iron Savior funzionano come un ingranaggio ben oleato, nel quale i vari strumenti ben s'intersecano tra loro. Le chitarre molto in chiave Helloween, sono l'arma in più della band, la classica trazione anteriore che rende Rise of the Hero sempre appetibile. C'è il supporto di una sezione ritmica molto incline allo stile dei Primal Fear che rende il sound più roccioso del solito e mai prevedibile. Elementi di stacco rispetto al passano non ce ne sono, se non nell'approccio più Blind Guardian del solito, che emerge in From Far Beyond Time, dove Piet Sielck gioca molto ad imitare Hansi Kursch con la voce e Kay Hansen con la chitarra. Un disco quindi conservatore, che però non denota nessuna voglia degli Iron Savior a tentare un passo evolutivo più marcato. Tra Iron Warrior, Burning Heart e Dragon King, gli Iron Savior pigiano duro sull'acceleratore, dimostrando di essere di diritto una delle band di maggiore spessore del settore.
Voto: 8/10
Maurizio Mazzarella