VIZA - Carnivalia

Architects Of Melody
Recentemente in Italia a supportare il loro amico Serj Tankian, i Viza sono stati ben tributati nel nostro paese. La band di americani ma con i membri dalle origini europee, ha realizzato questo nuovo atto di folk, metal, rock e altro in un sound estremamente coinvolgente e bizzarro. Come dei gitani dell'era moderna, suonano musica che concentra dentro di se stili, energie e idee, avvicinandosi proprio allo spirito di Tankian, ovviamente ai System Of A Down, i Madness, Tom Waits e poi il blues, il rock garage, il già citato folk eccetera eccetera. Occorrerebbe una recensione per ogni singola canzone per descrivere l'essenza geniale e anfetaminica dei Viza. Sette musicisti che oltre agli strumenti rock usano percussioni e strumenti etnici acustici. Le canzoni diventano storielle, ben armonizzate con la voce di K'noup Tomopoulos (il cantante è di origini greche), con un timbro che ricorda quello di Serj, e i contrappunti di Chris Daniel e Orbel Babayan (percussionista il primo e chitarra e armonica il secondo). Il nome di Tankian è comparso già diverse volte e non per caso o per un abuso: ha collaborato con la band in passato, gli ha prodotto il precedente “Made In Chernobyl” ed ora vanno n giro insieme. Anime comuni, un' affinità tra persone che nascono in America ma da famiglie non americane. "Carnivalia", un titolo che fa capire come tutto sia un gioco, un insieme di maschere e di cose che si nascondo e si svelano in un clima giocoso e grottesco insieme. L'ultima canzone riassume l'anima etnica e spiritosa dei Viza; si intitola "Meet Me at the Troubadour" si avvia acusticamente con un andamento grazioso, malinconico, gitano, una voce alla Tom Waits. Una nenia, un fluire luccicante e poi arriva il resto con una mazzata di metal rovente e muscolare, il quale riprenderà poi la melodia inziale con voci roche e le distorsioni delle chitarre. Melodie popolari e metal agguerrito che riprende quelle melodie, è questa la ricetta base dei Nostri trovatori. Lo fanno nell'opener "Carnivalia", con quell'essenza acid rock e folk europea insieme, ovviamente mascherata dal nu metal. Tutto si ripete nei brani successivi, come in "A Magic Ladder", "Victor's Sister" e via dicendo. L'anima di Serj e dei Systems compare spesso, soprattutto in "Shall We Reign Dance". Eppure non è che un briciolo di tutto ciò di cui potrete imbattervi in Carnivalia. Qui le influenze, i generi che sopravvivono e tutto il resto sono come i tanti personaggi che popolano le fiabe e dove ognuno è parte di una trama superiore ed ognuno ha una sua funzione. Senza parlare del fatto che l'ironia non solo testuale, ma anche dei suoni e delle canzoni riesce a trasmettersi a pelle, come in "Things Are Awakward" o "Tricky Tricky", due canzoni invitanti e pittoresche. I Viza hanno fantasia, è il loro ago, lo strumento che serve a ricamare ad arte un insieme di cose e la trama che ne vien fuori è semplicemente un capolavoro.

Voto: 8/10

Alberto Vitale