NEKROSUN - Intervista alla Band

Nekrosun (Press Office)

Rispondono il chitarrista Michele Brusoni e il cantante Alberto Bernasconi:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?
 
-M.B.: “The Grace Of Oxymoron”, questo il titolo del nostro ultimo album, è un lavoro complesso, messo a punto e raffinato nei 3 anni in cui è stato in incubazione. Tratta dell'assurdità, dell'illogicità della vita, che contemporaneamente però mantiene una coerenza al suo interno; un ossimoro, che non manca tuttavia di armonia. Musicalmente ci definiamo “Unlimited Metal”: più che un genere, una dichiarazione di intenti. Nei nostri brani non vogliamo limitarci a un solo genere, un solo ambito; la nostra intenzione è di spaziare, di creare un prodotto complesso, dalle molteplici influenze, nessuna però preponderante; rimanendo tuttavia all'interno del nostro genere principale, il metal. Troverete quindi del sinfonico, del death, del progressive, del power, del doom, del gothic, dell'industrial, e molto altro. Credo che questa nostra intenzione si rispecchi nei brani da noi proposti in questo album.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

 
-M.B.: Il percorso musicale dei Nekrosun nasce nel 2007 a Varese quando io e Matteo Venegoni abbiamo lasciato il gruppo in cui entrambi suonavamo per creare un progetto di musica originale, dove dare forma alle idee di Matteo. Nell'anno successivo abbiamo convinto quasi tutti gli altri membri attuali ad unirsi a noi: Andrea, con la carica che riusciva a trasmettere alla batteria, Alberto che ci ha subito colpito per la sua incredibile dote vocale, Umberto, che con le tastiere ha donato un'altra dimensione ai pezzi. Con l'arrivo di Luca, al basso, abbiamo raggiunto la stabilità necessaria per concentrarci sulla composizione.

Come è nato invece il nome della band?
 
-A.B.: Il nome Nekrosun nasce da una mia filosofia. Viene dal greco Nekros, morte, e dall'inglese Sun, sole: il Sole Morto. Il momento peggiore della tua vita, un trauma, è un sole che si spegne. Il “Necrosole” è il periodo tra la morte di un sole e, si spera, la nascita di uno nuovo. Durante, solo freddo e buio, vagando senza punti di riferimento, in attesa. Piccolo aneddoto, la data ufficiale di nascita della nostra band è l'11 gennaio 2008, il giorno in cui abbiamo scelto il nome Nekrosun.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?
 
-A.B.: I miei testi sono in un formato poetico molto incisivo. Rispecchiano concetti più ampi che ho appreso e compreso nell'arco di ogni giorno che passa, in corrispondente evoluzione dell'essere. Nell'album si toccano i concetti di fede, di dubbio, di annichilimento, di alienazione del tempo, di rinascita, di lotta quotidiana, misantropia, introspezione notturna cara ad ogni artista e molto altro. Credo dunque infine le parole dette e la modalità con cui vengono cantate diano il definitivo connotato culturale, passionale ed elitario per la totalità dei brani.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-M.B.: Penso che la caratteristica principale di “The Grace Of Oxymoron” sia l'imprevedibilità: la ricerca di passaggi non scontati, il tentativo di uscire dai cliché standard del metal. Certamente la voce lirica mischiata a graffiati sporchi e growl di Alberto, così particolare all'interno del panorama metal, contribuisce pesantemente alla particolarità della nostra musica. Tuttavia, l'imprevedibilità è anche il maggior “difetto” della nostra musica. “The Grace Of Oxymoron” abbiamo visto che non è un ascolto semplice, molti al primo ascolto rimangono scioccati proprio dal continuo “elemento sorpresa” (seppur risulti tutto omogeneo e in perfetta armonia). Dopo alcuni ascolti, però, ci si accorge che tutti i brani possiedono un filo conduttore perfettamente logico.

Come nasce un vostro pezzo?
 
-M.B.: Beh varia molto da canzone a canzone. In media uno dei membri ha un'idea per uno o più giri melodici (la maggior parte delle volte Matteo), c'è una fase di elaborazione del pezzo senza neanche gli strumenti in mano, finché non si raggiunge una struttura accettabile. Quindi comincia una fase di rielaborazione, in sala prove. Spesso la canzone esce da questa fase abbastanza diversa dall'idea originale; sicuramente è molto più elaborata. L'ultima fase è una rifinitura del brano, che viene fatta nel tempo, ogni volta che la si suona, aggiungendo o togliendo dei particolari.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-M.B.: Penso sia molto soggettiva questa domanda. Personalmente, trovo che gli ultimi tre pezzi, ma in particolare “Litania”, l'ultimo, siano i meglio riusciti, e quelli che mi emozionano di più. Forse sono anche quelli un po' più complessi.

-A.B.: A livello profondo e strettamente personale “The Lilium I loved”. Tuttavia credo che “The Lighthouse Is Crumbled Down” o “When A Fallen Arises” manifestino appieno i punti di vista che hai appena citato aggiungendo però anche il senso di “possenza” tanto evidente nel nostro sound.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?
 
-M.B.: La risposta più corretta sarebbe: nessuna. Non abbiamo mai preso ispirazione né abbiamo cercato di fare qualcosa di simile ad altre band. Le uniche band che apprezziamo più o meno tutti all'interno del gruppo sono i Nevermore e i Rammstein. L'album, invece, è stato associato, a seconda dei gusti dell'ascoltatore, ai Porcupine Tree, ai Cradle Of Filth, ai Nevermore, a qualcosa dei Rhapsody.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-A.B.: La promozione sui media si sta evolvendo in fretta. Viene accurata e pompata da PR Lodge Agency che ha agganci ovunque e fa un super lavoro. A novembre parte quella europea. Dall'anno prossimo quella mondiale probabilmente. Di nota c'è la data, unica in italia, dei Therion qui a Trezzo dove apriremo e aspettiamo conferma per l'aperura ai Paradise Lost in Solvenia. In ogni caso il grosso dei live-act si avrà dalla fine dell'inverno/inizio primavera in poi.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?
 
-M.B.: Quello che posso dire è che ci sono moltissime band valide, moltissime band con idee originali, con la giusta carica e la giusta passione. Il pubblico, tuttavia, non sembra per la maggior parte essere interessato a queste realtà. Qualcosa si sta muovendo, ci sono realtà (festival, webzine, associazioni, organizzazioni) che hanno come intento proprio quello di promuovere band emergenti. Ma la risposta è mediamente scarsa. Mi sembra che manchi una certa “istruzione” negli ascoltatori dell'ambiente metal. Ho potuto notare,  un po' in generale, che non vengono acquistati i cd, non vengono ascoltate band nuove, si seguono solo le vecchie glorie, il che porta ad andare a vedere le tribute band, e una o due band di amici. Se va bene qualche realtà un po' più emergente che va di moda in quel momento. Tante volte il proprio lavoro, che può piacere o meno ovviamente, non viene neanche ascoltato, viene bocciato a priori.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?
 
-M.B.: Internet è un mezzo, come tanti altri. Ha aspetti positivi e negativi. Indubbiamente, nella possibilità di diffondere la nostra musica molto più di quanto avremmo potuto fare senza, raggiungendo tutta Italia e anche l' Europa con relativa semplicità, ha il più alto peso rispetto ad ogni altro media.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?
 
-M.B.: Da parte mia certamente ci valorizza. C'è molta tecnica in quello che facciamo, c'è la libertà di esprimerla. Anche dal punto di vista compositivo, non ci sono idee tabù. Non vuol dire che tutto verrà utilizzato, ma sicuramente una qualsiasi idea musicale proposta viene considerata e valutata.
 
-A.B.: E' forse il genere più adatto per le mie caratteristiche vocali potenti, vibranti, crude, aggressive, eleganti e sperimentali. In poche parole ho trovato la mia vera equilibrata identità. Noto che anche gli altri componenti sono cresciuti ed evoluti progressivamente nel profondo grazie alla nostra musica. Perché la nostra musica è evoluzione.
 
C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?
 
-A.B.: Non uno in particolare. A livello di gusti personali siamo tutti diversi. Pensando bene però alle nostre attitudini e al nostro genere credo i Moonspell. Nell'ambito della musica veramente colta, difficile, mai scontata siano quelli che più abbiano avuto successo.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
 
-A.B.: Ringraziando voi e i lettori, vorremmo invitare tutti ad aprire la propria mente e le proprie orecchie, a ricercare e superare i limiti. Non soffermatevi a ciò che conoscete o a quel che vi piace. La musica non è semplicemente musica. E' arte. E l'arte nobilita mente e spirito di ognuno. L'arte non si ferma agli schemi triti e ritriti. Seguiteci su Facebook e sul sito  http://www.nekrosun.com per info e altro.

Maurizio Mazzarella