BLOODBOUND - In The Name Of Metal

AFM Records
Sarà questo il disco della consacrazione definitica per i BloodBound? Questo sarà tutto da decidere e decifrare, perché solo i riscontri che rifletterà il mercato discografico lo potrà sancire. I dati certi al momento, sono quelli che il combo svedese è attivo da circa otto anni e che con In The Name Of Metal raggiunge quota cinque in fatto di lavori in studio, facendo ritorno sul mercato discografico a distanza di un anno dal precedente Unholy Cross. Da un punto di vista musicale, i BloodBound suonano un classico heavy/power metal, ispirato alla scena tedesca, con chiari riferimenti a gruppi come gli U.D.O. ed Edguy, ma con una palese strizzata d'occhio ad altri gruppi scandinavi come possono essere gli HammerFall, oppure i FullForce. Nulla di nuovo potremmo dire ed in effetti è così, perché nel complesso l'originalità latita in questo comunque discreto In The Name Of Metal. Le canzoni sono buone, si lasciano ascoltare, hanno buoni ritornelli e giovano anche di una tecnica apprezzabile, anche se il problema sta in un tasso di coinvolgimento nei limiti e nel fatto che non ci sono momenti che consentono ad In The Name Of Metal di decollare e questo nella maniera più assoluta. Questo denota che il fattore ispirazione sia nei limiti e che fondamentalmente sono molti i momenti del disco più studiati a tavolino che spontanei. Ciò non cancella il buon lavoro delle chitarre o della sezione ritmica, ma restano comunque degli episodi isolati. Anche la produzione se pur nella norma, lascia l'impressione che poteva essere curata maggiormente. Per il resto i BloodBound devono ancora cercare la propria identità definitiva, o altrimenti rischiano di perdersi in tempi brevi.

Voto: 7/10

Maurizio Mazzarella