ASHENT - Intervista alla Band

Ashent (Metallum)

Rispondono Gianpaolo Falanga (bass) e Gilles Boscolo (keyboards):

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-Gian: Inheritance è il terzo disco degli Ashent ed è stato pubblicato recentemente dalla finlandese Lion Music, con la quale avevamo già pubblicato Deconstructive nel 2009. Penso che il terzo disco sia un capitolo importante nella storia di una band, si tirano un po' le somme di quanto fatto e probabilmente si arriva ad avere la maturità artistica per segnare in maniera decisa la strada da percorrere.

-Gilles: Inheritance è un lungo viaggio che tutta la nuova line-up ha percorso assieme. Le canzoni sono molto diverse dal precedente disco ma si sente sempre l'impronta Ashent. Ci sono un sacco di influenze diverse portate da tutti i nuovi componenti, come sezioni decisamente fusion e momenti più elettronici, senza nulla togliere alla vena metal della band. A mio avviso una netta differenza dai lavori passati l'ha dato il nuovo approccio alla voce: con Titta abbiamo raggiunto traguardi fantastici.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-Gilles: Personalmente io sono entrato 4 anni fa per sostituire Paolo Torresani. In questi 4 anni si è vista la dipartita dapprima di Cristiano Bergamo (chitarrista) e Steve Braun (cantante) per dar posto a Alessandro Cossu (chitarra) e Titta Tani (voce). Dopo la fine delle registrazioni di Inheritance anche Davide Buso ha lasciato la "famiglia" per dar spazio al nuovo arrivato Ivan Moni Bidin alla batteria. Diciamo che le colonne portanti del gruppo sono state e rimangono i fratelli Falanga.

-Gian: Gli Ashent nascono da un'idea mia e di mio fratello Onofrio nel lontano 2001. Nel 2003 abbiamo pubblicato un demo e, stretto in seguito i rapporti con Lucretia Records, abbiamo pubblicato nel 2006 "Flaws of Elation", il nostro primo album. Successivamente, negli anni, sono arrivati Deconstructive e Inheritance per Lion Music. Come accenava Gilles fondamentalmente esistono gli Ashent pre Inheritance con Steve (ora negli Halcyon Way), Paolo e Cristiano, e quelli di Inheritance, con l'entrata in gruppo di Titta, Gilles e Alessandro. Davide Buso, membro storico della band, ha lasciato il gruppo dopo le registrazioni di Inheritance, e se vogliamo è stato l'anello di congiunzione tra la vecchia lineup e la nuova. Con Ivan, batterista fenomenale che ha sulle spalle esperienze importantissime come Pathosray e Garden Wall, chiudiamo il cerchio e siamo pronti a ripartire alla grandissima.

Come è nato invece il nome della band?

-Gian: Il nome della band è stato scelto quasi per caso, inizialmente ci chiamavamo "Ashen" ma poco prima delle registrazioni del primo demo, girando su internet, abbiamo trovato un gruppo americano con lo stesso nome che aveva pubblicato un disco autoprodotto pochi mesi prima. A quel punto abbiamo deciso di cambiare in "Ashent", una parola che in realtà non ha un significato preciso ma che foneticamente puoi leggere come "A scent", cioè "un profumo", e all'interno c'è sempre il richiamo ad "Ash", ossia "cenere", termine molto presente nelle lyrics delle nostre prime canzoni. In definitiva quindi ci chiamiamo Ashent da poco prima di incidere il primo demo, quindi, discograficamente parlando, da sempre. C'è anche un altro aneddoto interessante: poco dopo l'uscita del nostro primo disco, un nostro fan, nativo d'America, ci ha scritto che Ashent, nella lingua della sua tribù, significa "unione". E' singolare pensare che, alla fine, forse non abbiamo inventato nulla di nuovo.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-Gilles: I testi hanno un'importanza pari alla musica: negli album precedenti si trattavano di più tematiche filosofiche. In Inheritance invece ci si è più ispirati maggiormente alla vita comune, con alcuni spunti autobiografici. Onofrio e Davide, autori dei testi, hanno lasciato in parte la loro vena "filosofica" per scrivere pero' di più su ciò che ci circonda.

-Gian: Anche il lessico è diventato molto più facile, nei precedenti lavori le lyrics erano dannatamente complesse sia nelle tematiche che nel modo in cui erano scritte. In questo caso è stato fatto un downgrade di complessità, cercando di proporre tematiche che hanno in parte spunto dalla letteratura o dal cinema, in parte dalla vita personale ma raccontate con un linguaggio più diretto.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-Gilles: Di sicuro la curiosità più forte è sentire come persone con background musicali diversi siano riuscite a mettere assieme le loro idee. Personalmente sono molto legato sia al sound tastieristico anni '70 che alle nuovissime influenze date dalla musica elettronica, a questo aggiungi che ho alle spalle anni di studi jazz come sassofonista. Alessandro invece ha un'anima completamente fusion, Titta è pazzo di Freddie Mercury... ognuno di noi ha influenze e ascolti molto diversi, che si sentono tutti in Inheritance. A mio avviso quindi, la qualità è data dalla commistione di generi a volte molto distanti.

-Gian: Cerchiamo di dare spazio alla nostra creatività, tutto qui... L'idea principale è quella di scrivere canzoni, difficilmente i nostri pezzi superano i 5 minuti o hanno parte strumentali interminabili. La voce e l'atmosfera sono i cardini sul quale costruire le canzoni. Detto questo, sicuramente ci piace spaziare tra i generi, e quindi, come diceva Gilles, chi si approccia ad Inheritance deve sicuramente essere un ascoltatore open-minded.

Come nasce un vostro pezzo?

-Gilles: Chi scrive più di tutti è Onofrio, stende le linee generali del pezzo e poi passa le sue idee a tutti noi. Gli altri componenti ci mettono del loro e la canzone può benissimo esser cambiata, tagliata o anche lasciata come è nata. Lavoriamo moltissimo a casa, io ad esempio ho creato un mio studio personale con tutto quello che mi serve, mi arrivano i files da Onofrio, io ci "gioco" sopra e da lì ci confrontiamo. In fase di composizione c'è un giro di mail e di progetti da capogiro! Terminata la stesura quasi definitiva del pezzo, lo portiamo in sala prove, apportiamo le ultime modifiche al brano, e il gioco è fatto. Prima di entrare in studio facciamo anche delle preproduzioni casalinghe per sentire a grandi linee come suonerà il pezzo.

-Gian: A differenza dei lavori precedenti, dove io e Onofrio ci occupavamo anche delle linee di voce, per Inheritance abbiamo affidato il compito quasi completamente a Titta che, a volte partendo da qualche nostra proposta, più spesso operando in completa autonomia, ha composto buona parte delle vocals. La produzione invece è sempre stata opera mia e di Onofrio, abbiamo il pallino del sound engineering, diciamo che è qualcosa di più di un passatempo e gli Ashent sono il posto giusto dove sperimentare e trovare soluzioni nuove.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Gilles: Shipwrecked Affair è il pezzo che mi è sempre piaciuto di più: sarà per i tanti cambi di stile all'interno del brano, sarà per il solo di sax, ma mi ha sempre dato carica. Poi personalmente Labirintique, l'ultimo pezzo del cd. Avevo scritto quel brano anni fa e con Onofrio e Alessandro abbiamo deciso di riprenderlo in mano, sistemarlo e usarlo come finale dell'album.

-Gian: Sinceramente ogni brano ha qualcosa di importante per me, su due piedi ti direi Spider's Nest, brano dove Titta ha fatto un lavoro davvero eccellente; oppure Confessions of Reimman, un brano che in fase di composizione non mi convinceva troppo, invece dallo studio di registrazione è uscito davvero a testa alta. Tecnicamente ho dato tantissimo in ogni canzone, mi sono sbizzarrito con diverse tecniche, tapping slap, sono riuscito ad infilarci persino uno sweep! Bassisticamente i pezzi sono sicuramente interessanti, e poi con le parti di batteria che ha composto Davide, lasciarsi prendere la mano è dannatamente facile. Detto questo voglio però che sia forte il messaggio verso chi ci legge: prima di tutto, chi ascolta Inheritance troverà canzoni e atmosfere, la tecnica è solo un mezzo per descrivere ciò che abbiamo in testa.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Gian: Sono sicuro che il suond degli Ashent in questo momento come non mai sia decisamente originale e non facilmente riconducibile ad altri gruppi. I riferimenti sono moltissimi, personalmente sono molto legato sia alla scena rock che a quella estrema, probabilmente il progressive metal è il genere che ascolto di meno.

-Gilles: Domanda molto ostica per me, non sono mai stato legato a un genere particolare. Son cresciuto a suon di Dire Straits, Ultravox, Spandau Ballet, per poi passare al metal progressive con Dream Theater, Porcupine Tree, Spocks Beard, spostandomi al jazz con Michael Brecker, Charlie Parker, e ultimamente sono molto fissato con band di musica elettronica tipo Infected Mushroom. Non mi lego solo ad un determinato stile ma se c'è qualcosa che mi colpisce....mi colpisce. E nel mio modo di suonare, di creare suoni e di concepire la musica tutte queste influenze si sentono.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Gilles: Di sicuro dare una degna promozione a Inheritance, visto il buon successo che sta avendo e visto la voglia di suonare che tutti abbiamo. Stiamo cercando di organizzare varie live in Italia e all'estero per promuovere al meglio il cd e la band.

-Gian: Abbiamo pubblicato anche il nostro primo videoclip, la canzone è Magnification of a Daydream e vi consiglio di darci uno sguardo su youtube.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Gian: Sicuramente un live album è il sogno di ogni gruppo, è la celebrazione dell'essenza vera di ogni band. Oggi tra l'altro i costi per produrre un buon live (sia su disco che video) si sono parecchio abbassati, ma far uscire un prodotto del genere mi sembrerebbe una presa in giro nei confronti del pubblico. Penso che gli Ashent siano davvero un ottimo gruppo dal vivo, abbiamo un'attitudine decisamente "extreme" e questo può addirittura spiazzare chi ci viene a vedere, ma sinceramente, prima di fare un live album, sono convinto che un gruppo debba avere una storia live alle spalle che noi sicuramente non abbiamo, quindi bisogna restare con i piedi per terra e cercare di suonare il più possibile.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-Gian: La scena italiana è sempre stata ricca di gruppi veramente validi, restano i problemi di suonare un genere musicale che nel nostro paese non ha nessun tipo di sbocco. Suonare dal vivo è sempre più difficile e trovare spazi per promuovere la propria musica è un'impresa ardua: la conseguenza è che la scena diventa sempre più piccola e "provinciale" con tutto quello che ne consegue. Non mi stupirei se scoprissi che il 75% di pubblico metal italiano in realtà è composto dalle stesse persone che suonano nei gruppi che costituiscono la scena stessa. In ogni caso penso che il vero problema sia l'impossibilità di accedere ai media per farsi conoscere anche dal pubblico di massa; in molte emittenti televisive vedo spesso speciali su artisti emergenti italiani di musica Rap o Raggae, o su Dj esordienti ma mai nulla riguardo la musica metal. Eppure non penso che l'underground Rap sia così più vasto di quello metal... Alla fine i gruppi italiani non sono conosciuti in Italia e magari vengono snobbati anche all'estero, e capisci che la situazione diventa davvero complicata.

-Gilles: Personalmente trovo che di gruppi validi in Italia ce ne siano in abbondanza. Purtroppo si sa benissimo che lo stivale non è il luogo adatto per farsi conoscere, anche per colpa del businness delle cover/tribute band, e i gruppi che propongono musica originale hanno sempre più difficoltà ad esibirsi. Si pensa sempre più al fattore economico della serata che non alla valenza artistica della stessa. Trovo comunque anche abbastanza inutile lamentarsi perchè chi ha voglia di fare, chi crede veramente nel proprio progetto, in qualche modo ce la fa. Un grande problema sono i locali non adatti a suonare, per lo più ci si ritrova in qualche pub con impianti audio di fortuna o in posti con un'acustica penosa. Ormai i locali dove far musica sono pochissimi ed è un peccato. Basta girare un pò per l'europa e si nota subito che noi, sotto questo punto di vista, siamo da terzo mondo.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Gian: Noi siamo nati discograficamente già nell'era di internet quindi non ti posso dire come sarebbe stato senza; vedo che la maggior parte dei gruppi che hanno più storia di noi si lamentano quindi probabilmente, se Flaws of Elation, il primo disco della band, non fosse uscito nel 2006 ma qualche anno prima, ora mi lamenterei anche io. Sicuramente però non si può negare quanto il web abbia dato alla musica, penso ai social network, a youtube ed in generale a quanto sia facile oggi per una band rimanere in contatto con il proprio pubblico. Il mercato discografico è molto cambiato e quindi bisogna rendersi conto che le vendite di un cd fisico non sono più l'unico termometro di popolarità di una band, e che il business deve adeguarsi se non vuole soccombere.

-Gilles: Penso che per band come noi, sia solo un aiuto, un aiuto per farsi conoscere. Prima di internet compravo cd di gruppi che gia conoscevo o comunque andavo sul sicuro. Ora grazie ai vari samples che si trovano gratuitamente, grazie a youtube e tantissimi altri canali (non parlo di pirateria), si può avere una conoscenza più approfondita. Gruppi che non conoscevo, e che non avrei mai conosciuto, ora sono tra i miei gruppi preferiti o al contrario posso prevenire qualche acquisto sbagliato, per non parlare di pubblicità, recensioni e interviste. Anche ora, chi ci legge lo fa perchè usa internet, e legge mentre magari sta visitando il nostro sito e guardando i vari video su youtube.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Gilles: Sinceramente non penso al valore personale mentre compongo le mie parti per gli Ashent: se dovessi cercare di valorizzare il mio talento da strumentista farei un album solista. Penso di più alla creazione della canzoni, a volte mi trovo a fare parti che "tastieristicamente" possono non valere nulla, ma nel contesto della canzone sono perfette. Non sono neanche un amante dei classici "lead solo", e come puoi sentire nell'album ce ne sono ben pochi. Ormai, in ambito tastieristico, il talento non è più misurato dalla velocità della propria mano destra, facendo lo "shredder tastieristico", ma più che altro riuscendo a creare le atmosfere e i suoni giusti.

-Gian: Non mi sono mai posto limiti su cosa suonare e come farlo, non mi interessa troppo risultare tecnico o che la band appaia tecnica. Mi fa un po' sorridere leggere recensioni dove veniamo descritti come un gruppo di iper-virtuosi, sicuramente ognuno di noi conosce bene il proprio strumento, ma questo è il minimo che ci si aspetta da un musicista. La cosa che più mi piace del nostro non-genere è che ci permette di fare quello che vogliamo sia compositivamente che tecnicamente. Giusto per farti capire: il nostro primo demo risalente al lontano 2003 era stato marchiato come prog-power italiano, e probabilmente lo era, ma ogni pezzo era infarcito di growl vocals, cosa che 10 anni fa non si usava tantissimo nella scena italiana, ma alla fine, chi se ne frega, lo volevamo fare e l'abbiamo fatto.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Gilles: Il primo nome che mi viene in mente è Kevin Moore. i suoi progetti post Dream Theater son qualcosa di fantastico: le atmosfere e i suoni che crea riescono sempre a farmi emozionare. Idem per gli Infected Mushroom, anche se sono sicuro che resterei fermo in un angolo, a bocca aperta, con gli occhi sbarrati a vedere che diavolo riescono a fare con synth, programmi e quant'altro.

-Gian: Tantissimi, probabilmente tutti quelli che hanno segnato la mia vita da musicista... certo che produrre il prossimo disco con Devin Townsend non mi dispiacerebbe per niente.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Gian: Per prima cosa grazie davvero dello spazio che ci hai dato, segnalo ai lettori il nostro sito www.ashent.net e la nostra nuovissima pagina facebook www.facebook.com/ashentband. Supportate la scena ed i gruppi che si sbattono per provare ad esprimere le proprie idee e la propria musica.

-Gilles: Visto che si è parlato molto di influenze, volevo dire a tutti di non fossilizzarsi solo su una cosa in particolare, di aprire la mente e le orecchie a tutti i generi possibili. C'è da imparare da qualsiasi cosa. 10 anni fa mi sarei rifiutato di sentire determinate cose, mentre ora ne vado pazzo. Siate aperti: supportate sempre la musica indipendente perchè di gruppi che si sanno esprimere ce ne sono, in tutti i campi.

Maurizio Mazzarella