ANGRA - Best Reached Horizons

SPV/Steamhammer
In un momento di silenzio e di pausa assoluta per i brasiliani Angra, l'uscita un classico Best Of serve per tenere sempre viva l'attenzione sulla band. E' un momento difficile per Kiko Loureiro e compagni. L'addio di Edu Falaschi, forse anche atteso, ha bloccato le idee ad un gruppo partito con toni entusiastici, ma che nel tempo si è perso per via anche di lavori troppo complessi e meno immediati, ma anche privi di quell'ispirazione e di quell'intensità che ha calamitato verso di loro un numero considerevole di fans. Spesso prodotti discografici di questo genere giungono sul mercato per gettare il classico sasso nello stagno, un modo per muovere le acque in attesa di una reuniom che faccia gridare al miracolo i fan della prima ora. Non sappiamo se questo avverrà, però nella carriera degli Angra ci sono dei dati di fatto oggettivamente indiscutibili. Angels Cry è stato un disco dirompente del mondo metal ed il successore Holy Land è stato un vero e proprio capolavoro assoluto. Molte sono state le band che si sono ispirate agli Angra, perché a loro modo hanno rivitalizzato un settore, fondendo melodia, tecnica e poesia con grande abilità. Inutile dire che quanto fatto con Matos in un certo senso sia irripetibile. Nonostante Falaschi sia stato un grande vocalist, non è riuscito ad eguagliare il buon Andrè e neanche la penna del bravo Kiko è stata all'altezza dei primi due lavoro in studio. Certo è che dopo un lavoro di transizione come Fireworks la separazione era quasi inevitabile. Con Rebirth gli Angra avevano davvero iniziato una "nuova era", grazie ad un disco potente ed un Falaschi a dir poco straordinario. Quella magia nel tempo però si è persa e se pur buoni dischi, tecnicamente impeccabili, Temple of Shadows e Aurora Consurgens non avevano il giusto smalto per ratificare un nuovo decollo commerciale, tanto che Aqua ha deluso completamente le aspettative. Ora ecco Best Reached Horizons, che in venti canzoni riassume in modo eccellente quanto appena affermato. Ben venti brani suddivisi rigorosamente in due dichi, con da un lato il periodo con Mator e dall'altro quello con Falaschi. No ci sono sorprese e la scalletta è prevedibile perché contiene tutti i brani più noti, passando da Angels Cry a Nova Era, da Nothing To Say a Rebirth, da Carry On a Spread Your Fire. C'è spazio per la nota Carolina IV in versione live ed infine c'è l'inedito Kashmir, ovvero l'ultimo regalo di Falashi, la cover dei dei Led Zeppelin che farà impazzire chi ha gli Angra nel cuore. Certo per certi versi se pur ricco di musica, Best Reached Horizons è povero di novità e curiosità, chicche capaci di accalappiare colore che degli Angra hanno davvero tutto. E' anche vero però che lasciarsi sfuggire un'antologia di questa portata firmata Angra sarebbe davvero un crimine, in attesa che il gruppo possa tornare con un nuovo grande capolavoro...

Voto: 9/10

Maurizio Mazzarella