CRYSTAL PHOENIX - Crystal Phoenix


Black Widow

Vent’anni son trascorsi da quando tre amici decisero di trasformare il loro mitico negozio, situato in Via Del Campo a Genova, in etichetta discografica. Da allora acqua sotto i ponti ne è passata e, a dispetto di una crisi discografica sempre più distruttiva, Black Widow è una solida realtà orgogliosamente italiana dal respiro internazionale, con un rooster talmente prestigioso (fate un salto sul loro sito www.blackwidow.it , per prenderne visione), oggetto di venerazione non solo da parte di accaniti collezionisti ma anche di  artisti dal blasone non indifferente. Un anniversario da ricordare quindi, riproponendo il primo lavoro stampato nel lontano 1992, il debutto dei Crystal Phoenix, un lavoro leggendario per tutto il movimento rock italiano, in bilico tra progressive, folk ed hard rock dai toni molto epici. Un lavoro pregno di colori oscuri, sfumature gotiche, sensazioni apocalittiche, figlie della fusione tra rock e cultura italiana, quella più criptica, che negli anni ’70 aveva generato Jacula, Orme, Osanna, Biglietto Per L’inferno (parliamo di quei gruppi prog italiani che erano portati, più di altri, a trattare tematiche più oscure), mentre negli anni ’80 continuava i suoi proseliti con Death SS, Paul Chain, Requiem, Black Hole e Run After To (anche qui parliamo solo di una determinata frangia…) e quindi, anche in ordine temporale, Crystal Phoenix. Era il 1988 quando il debutto omonimo veniva pubblicato su vinile dalla fantomatica Videostar di Savona. Tanto era il valore, come incredibile era la bontà di questo materiale che Black Widow decise quindi di esordire, come dicevamo prima, in campo discografico ripubblicandolo con un nuovo artwork (per quanto simile come soggetto al precedente). La particolarità di questo progetto era che, contrariamente a tutti gli altri nomi sopracitati, non si trattava di una band vera e propria, ma di una one man band, pardòn one woman band… Si si, avete letto bene. Myriam Sagenwells Saglimbeni era, ed è, colei che in questo lavoro ha composto musiche e testi, cantato, suonato tutti gli strumenti, progettato e disegnato l’intero artwork, regalando a questo disco una peculiarità unica e cioè quella di vedere una donna come l’unica protagonista in un lavoro di tal genere musicale e portata artistica. Il brano d’apertura, Damned Warrior, epico, a metà strada tra Samson e Warlord, vale da solo l’intero prezzo del disco ma, credetemi, di carne al fuoco ce né davvero tanta. Dalle suggestive interpretazioni vocali di Myriam in 474 Anno Domini e Somewhere, Nowhere Battle ai canti gregoriani di Loth‑er Siniell. Dall’organo di Heaven To A Flower/Violet Crystal Phoenix all’immensa Dark Shadow. Tutto in questo disco ha un sapore arcano unico e le spigolature costituite dalle piccole imperfezioni che i dischi avevano all’epoca (tra le quali qualità di registrazione non eccelsa e suoni abbastanza grezzi) non fanno altro che aumentarne il fascino e la voglia di ascoltare, ascoltare ed ascoltare… Questa nuova versione viene pubblicata con l’artwork originale (quello dell’edizione Videostar) e quattro bonus track, tra cui la versione 2011 di 474 Anno Domini. Non lasciatevi sfuggire l’occasione di scoprire (…o riscoprire) questo vero e proprio classico !!!  

Voto: 8,5/10

Salvatore Mazzarella