NOMORESPEECH - Intervista alla Band

NoMoreSpeech (Kizmaiaz)

Intervista ai nostrani NoMoreSpeech in occasione della pubblicazione del loro omonimo disco in studio. Ci risponde Alteria:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-Ciao a tutti...ce l’abbiamo fatta...nel senso che finalmente siamo usciti col disco! Ha avuto una gestazione lunga dovuta a cambi e ricambi di formazione (il batterista è uscito a inizio scrittura brani per poi rientrare giusto giusto per registrare il disco!)...e anche alla stesura piuttosto lunga di alcuni brani. E’ sempre così: alcuni pezzi escono al volo e magari dopo solo un paio di prove, altri non ti convincono mai e ci giri intorno fino al momento in cui non ti dici “eccoci, ci siamo, finalmente”... Il disco suona molto schietto, diretto e live... abbiamo cercato di lasciare che suonasse così dato che la nostra dimensione preferita è appunto quella del palco. Non siamo stati dietro troppo a modifiche di post produzione e smanettamenti vari nè sugli strumenti nè sulla voce. Una volta registrate le parti e le varie sovraincisioni abbiamo cercato di trovare il sound giusto e che il tutto avesse tiro e groove... I brani si potrebbero “infilare” in un rock-crossover piuttosto etereogeneo e che passa da un “colore” ad un altro senza farsi troppi problemi.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-La band è nata a Milano a cavallo del 2006 col 2007. Io e il bassista suonavamo già insieme e non è stato difficile trovare altri due musicisti interessati al progetto. Il batterista (Robi Fabiani) era un amico di Nando (Nando de Luca, il bassista) e il chitarrista (Antonio Cordaro) ci è stato suggerito da amici comuni e dopo averlo visto dal vivo ci siamo decisi e la storia è partita. 

Come è nato invece il nome della band?

-Il nome originario era NoSpeech, da una canzone dei Guano Apes. Poi ci siamo decisi a modificarlo per staccarci dal possibile accostamento con questi ultimi (dato che anche noi siamo in 4, con voce femminile...) e per non discostarci troppo dall’idea originale abbiamo aggiunto un “More”, come a sottolineare il concetto !!!

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-I testi li scrivo io e prendo sempre spunto da fatti che mi sono accaduti o comunque da riflessioni mie personali. Cerco di essere molto diretta e, pur parlando di mie idee o sentimenti, di parlarne in modo condivisibile e universale. Diciamo che essendo scritti da me penso che abbiamo un peso diverso per me rispetto agli altri della band...

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-Come già detto il disco suona molto live e “di pancia”...quindi ha un grande impatto sonoro. Sicuramente l’utilizzo di una voce femminile in un genere solitamente esplorato da uomini è una particolarità non da poco...c’è dentro il crossover, l’alternative metal, il rock and roll...il che può voler dire tutto e niente, come tutte le etichette di genere..ma il fatto di avere diverse atmosfere nel disco sicuramente fa si che scorra via senza arenarsi in un unica direzione.

Come nasce un vostro pezzo?

-Principalmente ci sono due modi in cui lavoriamo: improvvisare in sala e vedere che succede, partendo da un’idea di uno o dell’altro componente della band.  Oppure o il chitarrista o il bassista lavorano in proprio a casa registrando i brani in una stesura embrionale e non definitiva, per poi lavorare insieme aglii arrangiamenti, le parti, le strutture eccetera su un canovaccio già più o meno “sensato”. In entrambi i casi io lavoro sulle melodie e soprattutto scrivo i testi in un secondo momento.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Personalmente il brano che mi emoziona di più, soprattutto dal vivo, è Stronger. Questo perchè sono particolarmente legata al testo. Inutile dire che essendo uscito da poco il disco e portandolo on stage da appena un mese e mezzo, i brani ancora ci emozionano e ci caricano tutti... 

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Non siamo entrati in studio con un’idea precisa di sound o di band a cui ispirarci, se non il nostro ai live...Ne sentiamo di ogni in fatto di accostamenti...diciamo che come già detto c’è un bel mix di atmosfere... 

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Le prossime mosse sono una prima tranche di date per marzo e aprile 2012 in giro per l’Italia con una quindicina di concerti. La data di chiusura sarà ovviamente nella nostra città, Milano, il 14 Aprile. Poi avremo qualche concerto sparso qua e là e il nostro booking (Eobooking) sta già lavorando alle date estive, sia locali che festival. Per l’autunno vorremo mettere il naso fuori dall’Italia...vedremo un po’.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Diciamo che è piuttosto prematuro...dopo appena un album.... Ora siamo concentrati sui concerti. Magari già quest’estate ci metteremo subito a lavorare a nuovo materiale, che sia per un album o un EP vedremo...La voglia di andare avanti è tanta.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-Bella domanda...brutta risposta...Nel senso che la scena musicale per certi versi sta bene. Ci sono tante band valide che si sbattono e che un minimo riescono a ritagliarsi il proprio spazio, soprattutto girando live. I problemi poi sorgono non solo con le praticamente inesistenti vendite nei negozi di cd (ormai le band emergenti riescono, fortunatamente, a vendere i propri dischi ai concerti) ma anche appunto girando nei locali...ci sono i locali che ce la mettono tutta e non ricevono quello che si meriterebbero, e cioè il pieno sempre...e poi ci sono alcune location che si mettono a proporre concerti in posti senza senso o nella maniera più sbagliata, non sapendo cosa vuol dire organizzare un concerto piuttosto che gestire la promozione o anche solo gestire il palco e le relative problematiche tecniche... Altra problematica fondamentale è la gente: da un lato ci si lamenta che non ci sono eventi, che c’è moria di concerti, in Italia manca la cultura, i locali chiudono eccetera eccetera...poi appunto molti locali sono vuoti e ce la mettono tutta e ci provano. E questo anche nelle grandi città, non solo in provincia. Sembra non ci sia un incontro tra domanda e offerta... Ma più probabilmente e semplicemente a molta gente pesa il culo. Noi ci riteniamo fortunati già per quello che stiamo facendo nel nostro piccolo...

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-E’ un’arma a doppio taglio...aiuta molto per promuoversi, per far vedere i propri video, per trovare contatti e per vendere i dischi dove magari non si arriva con la distribuzione. Il nostro disco (distribuito dalla SELF) è distribuito in tutta Italia, ma è normale che magari nel paesino sperduto sul monte qualcuno ci abbia conosciuto (grazie a internet o alla tv) e magari non riesca a comprarlo in negozio...ci è capitato più volte che ci scrivessero per sapere come procurarselo (anche su internet...) e il gioco è fatto... Dall’altro lato ovvio che la pirateria e tutta la ditribuzione illegale di musica è un danno per i musicisti, sia per i Metallica che hanno già milioni di dollari, che per band emergenti come noi che investono in prima persona sul proprio lavoro.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Diciamo che ci siamo divertiti a suonare quello che volevamo e nel modo  in cui volevamo, senza voci esterne che ci dicessero cosa e come farlo. Il che può essere un’arma a doppio taglio, dal momento che orecchie esterne spesso possono essere di grande aiuto!!!! Abbiamo più pensato a far “suonare” i pezzi e a dare un senso all’insieme più che uscire come solisti. Tuttavia il disco è uscito molto “suonato”, in alcune brani e parti ci siamo lasciati andare appunto in quello che ci veniva, cantando e suonando tanto e spesso complicando e mischiando un po’ le carte in tavola....

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Eheheheheh...personalemente forse i miei “idoli” diciamo così non sono proprio nel genere...diciamo che mi sarebbe piaciuto fare un bel duetto con il Coverdale dei tempi d’oro...

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Che dire, Stay Rock e ci si vede presto! Vi aspettiamo on stage... Saluti a tutti i lettori di Giornale Metal!!!!

Maurizio Mazzarella