DIAFRAMMA - Report Live "Gabba Gabba" Taranto 28/03/2012

I Diaframma in concerto (web)

Da dove iniziare?! Diventa improbo l'approccio e si rischia di personalizzare eccessivamente la premessa, sopratutto quando con la musica della band di Firenze si è cresciuti. Allora iniziamo a raccontare del manifesto datato che ci accoglie nel locale (il “Gabba Gabba” di Taranto): il profilo di Fiumani con la chioma nero corvino, la realtà che ci attende è ben diversa. Ora il nostro ultracinquantenne, dal proverbiale ciuffo, ha il crine argentato. Il ritorno dei Diaframma a Taranto è funzionale alla presentazione della loro nuova fatica: “Niente di Serio”. D'obbligo una breve intervista con il buon Federico sempre disponibile a dialogare. Il tempo scorre veloce, il locale si “ingolfa” di gente di ogni età, segno evidente che il gruppo toscano accomuna molteplici generazioni. Tanti sguardi, sorrisi, rimpatriate inattese alla “Carràmba! Che sorpresa” per poi sentire rimbombare le note di ”Siberia”, pezzo di punta per i nostalgici che apre le danze. Si continua con i “classici” degli anni ottanta e novanta: dall'incalzante brivido intenso di “Gennaio” passando per “L'odore delle rose” e “Verde” fino all'incedere fluido di “Tre volte lacrime”. Nell'impasto del suono attualizzato con arrangiamenti accattivanti segnaliamo anche la struggente “Labbra blu”, qui il tempo si ferma e pare calarsi in un altra dimensione. Le code emozionali dell'uditorio si tendono ed esplodono con “Diamante grezzo” e l'urlata “Un temporale in campagna”. I Diaframma iniziano a miscelare una marmellata tra vecchi ricordi e nuove proposte. Il sound attuale, comunque, è sensibilmente ingentilito da venature ammorbidite e melodiche rispetto al passato. In ogni caso il concerto non registra sensibili cali di tensione anche grazie alla maestria ed esperienza del trio fiorentino. Una certa nostalgia ci pervade nell'ascoltare “Un giorno balordo”. Chiaramente Fiumani ha l'abituale figura d'impatto: longilinea e dinoccolata, ma più statica rispetto ad altre occasioni. Del resto la “carta d' identità” è un po' ingiallita. Gli perdoniamo anche qualche steccata vocale in “Madre superiora” (brano del nuovo lavoro) e “Blu Petrolio”, dove le chitarre taglienti e incisive leniscono in parte qualche passaggio a vuoto dell'ugola. In ogni caso il parziale riscatto giunge in “Elena” e la arcinota “Amsterdam” dai morbidi e avvolgenti riff. Da segnalare tra le neo-tracce anche la lenta “Grande come l'oceano”. La chiusura del concerto è dedicata al “punk rock” con “Libra”. Tutto sembra ormai finito e il pubblico inizia a sfollare, ma a sorpresa i Diaframma ci regalano i bis con due pezzi dal retrogusto malinconico: “Vaiano” e “Beato me”. Possiamo ritenerci “sazi” e soddisfatti....attendiamo già il poeta fiesolano al prossimo passaggio. 

La video intervista a Federico Fiumani dei Diaframma tratta da www.febbrea90.com:


Enrico Losito