CLAUDIO TODESCO - Intervista all'Autore

Tsunami Edizioni

Intervista all'autore nostrano Claudio Todesco, in occasione della pubblicazione del suo eccellente libro Grunge, edito dagli amici della Tsunami Edizioni:

Abbiamo parlato della tua attività nel campo dell‘editoria musicale in fase di recensione del bellissimo libro Grunge. Ti puoi presentare con le tue parole ai nostri lettori?

-Giornalista, milanese, responsabile di redazione del mensile rock Jam. Nato nel 1969: troppo tardi per gran parte dei fenomeni musicali che hanno fatto la storia, ma in tempo per l’ondata rock di Seattle. Mi occupo e mi sono occupato di libri musicali per varie case editrici. Ogni tanto qualcuno lo scrivo.

Che posto ha la musica, in particolar modo il rock, nella tua vita?

-È il mio lavoro e la mia prima passione.

Parlando in particolare del Grunge, cosa ti ha colpito tanto da indurti a scrivere un intero testo sulla sua epopea?

-La carica di emozioni, il bagaglio di idee, l’impatto, la visione, l’ironia. È stata la musica del nostro tempo. Del mio tempo. Forse l’ho vissuto come un riscatto per quelli della mia generazione, quelli nati-troppo-tardi. E poi mi stimolava il legame con la città: innamorandomi del grunge mi sono innamorato di Seattle, della sua storia, della sua geografia, della sua mentalità.

Quali, secondo te, le peculiarità di questo rispetto agli altri sottogeneri del rock?

-La sbalorditiva concentrazione di talenti in un solo luogo, in un breve periodo di tempo. Il richiamo al realismo. La forza controrivoluzionaria. Lo spirito d’indipendenza. Il forte radicamento locale e la diffusione globale. La vitalità e i drammi. Le radici underground e l’impatto sulla cultura popolare degli anni ’90. Fenomeni così non nascono tutti i giorni.

Quali filtri hai applicato alle numerose fonti che gravitano nell’orbita della città di Seattle?

-Me le sono andate a cercare, le fonti. Volevo raccontare il legame tra questa musica e la città di Seattle. Battere quelle strade, raccogliere testimonianze, mettere assieme una sorta di mappa cultural-musicale del rock del Nordovest. Ho evitato accuratamente l’idea generica di grunge come sinonimo di rock alternativo o come moda. L’ho considerato un fenomeno locale e mi sono chiesto: perché è nato lì e non altrove?.

Dai una ragione ai lettori più giovani per scoprire il grunge...

-Potrebbero scoprire un’epoca in cui un disco ti sconvolgeva la vita. E poi tornare al presente. È musica antinostalgica, questa.

Tsunami ultimamente sta dando anche spazio a testi di approfondimento che esulano dalla solita normale biografia di un artista o di un gruppo. Come sono avvenuti i contatti tra di voi e come si è sviluppata l’idea di questo libro?

-Ho presentato a Tsunami il libro sostanzialmente finito. L’hanno accettato per quello che era. Tipi favolosi, eh? Secondo me vivono il lavoro di editore come una missione. E sono bravi. Sai, si usa dire che i saggi rock non vendono, che sono troppo difficili per l’appassionato medio. Spero che i tipi di Tsunami riescano a sfatare questo luogo comune. Hanno talento e coraggio.

Perché il mercato editoriale cartaceo in merito sembra essere rinato, parlando dei libri, anche grazie all’intraprendenza di editori coraggiosi come Tsunami?

-Non sono sicuro che nel complesso il mercato editoriale sia rinato. So però che esistono nicchie troppo piccole per le grandi case editoriali. È lì che entrano in gioco editori come Tsunami.

C’è posto allora per il rock nell’era del web?

-Fin troppo. Voglio dire, l’offerta di musica, video e informazioni è illimitata. Eppure il rock sembra meno incisivo e presente nella vita delle persone. Quando è nato il grunge non si sapeva nemmeno che faccia avessero i Soundgarden, eppure la loro musica ti cambiava la vita. Non voglio dire che oggi sia meglio o peggio. Solo che è diverso.

A tal proposito tu lavori per Jam, grandissimo ed autorevole mensile… Al contrario dei libri, le riviste sembra vendano di meno, perché secondo te? E’ davvero difficile far capire che un articolo di spessore difficilmente lo trovi su web?

-Si trovano molti articoli di spessore sul web, ma la Rete spinge per la sua stessa natura verso un tipo di conoscenza orizzontale: tante informazioni, poco approfondite. I libri o le riviste dovrebbero offrire un tipo di conoscenza verticale. È così che si conquistano i lettori.

Hai in programma altre pubblicazioni dopo quest’ottimo libro? Di che ti piacerebbe scrivere?

-Questo libro è stata un’avventura. La prossima la devo ancora immaginare.

Salvatore Mazzarella