AMANTYDE - Intervista alla Band

Amantyde (Red Pony)

Intervista ai nostrani Amantyde in occasione della pubblicazione del loro ultimo disco in studio "Madchen":

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-“Madchen” è la nostra ultima fatica, di cui siamo particolarmente orgogliosi, in quanto è il primo album registrato con la nuova line up, che vede Dario Pisasale alla chitarra e Geremia Vinattieri alla batteria. E’ un album in cui abbiamo cercato di infondere molta piu energia rispetto ai precedenti, con una scelta di suono piu grezza e piu calda e siamo riusciti a raggiungere quello che per noi è la giusta miscela di metal e alternative rock.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-Gli Amantyde si sono formati nel 2006, quando il bassista, Andrea, gia bassista-cantante della band death metal “The Wood’s Silence”, propone a Nicky, Randy e Chad di traformare la loro band hard rock in un progetto piu moderno, influenzato da nomi come Flowing Tears ed Exilia. Abbiamo deciso di metterci a lavorare sodo sin dall’inizio, producendo nel primo anno di attività un demo e un EP, il primo album ufficiale dopo due anni, e ora “Madchen”.

Come è nato invece il nome della band?

-Amantyde vorrebbe essere l’inglesizzazione di Mantide, che in dialetto, dalle nostre parti si dice “Amantide” (La mantide diventa l’amantide, come la radio l’aradio, per capirci) In realtà è nato da un brainstorming, senza nessuna particolare ricerca. Ci è piaciuto il suono, e poi abbiamo costruito intorno un significato. A volte per far funzionare qualcosa basta solo darci un giustificazione plausibile, ehehe..

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-I testi sono ispirati a fatti di cronaca e a vicende personali, oppure alla letteratura internazionale. Capita a volte che il testo influenzi anche la composizione musicale, per esempio il pezzo “Join Me In The Desert” è stato condito con scale arabe perche racconta dell’insurrezione popolare dei paesi del Nord Africa del 2011.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-Quello che cerchiamo di esprimere con la nostra musica sono potenza ed emotività intrecciate insieme: un sound corposo e grezzo, delle strofe serrate e dei ritornelli melodici, un’interpretazione vocale che va dallo screaming al classic rock. Quello che vorremmo trasmettere sono emozioni forti e voglia di muoversi, e speriamo di esserci riusciti.

Come nasce un vostro pezzo?

-Essendo questo un genere basato principalmente sulla chitarra, solitamente i brani prendono forma da un riff di chitarra, una strofa, un ritornello, un bridge, che poi vengono arrangiati insieme in sala prove.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-“Creepy Crowlies” è stato il primo pezzo che abbiamo scritto con la nuova line up ed è stato il primo singolo pubblicato. Racconta la storia di una separazione, ed è quello che pensiamo possa rappresentare meglio il nuovo album, come suoni, arrangiamento e melodie.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Un sacco, e continuano ad essercene sempre di nuove. Per citare solo i nomi principali: Metallica, Pantera, Exilia, Black Label Society, In Flames, Katatonia, Flowing Tears, Ozzy Osbourne.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  

-Si, stiamo organizzando il tour, ovviamente cercheremo di toccare piu città possibile, nonostante  le difficoltà economiche dei clubs e delle manifestazioni, che in questo periodo si stanno facendo sentire.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Per ora non ci stiamo pensando, ma abbiamo sicuramente in programma la realizzazione di un videoclip ufficiale con un brano dell’album.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-Purtroppo in Italia c’è molta pigrizia. L’underground è fertile e nascono ogni giorno decine di bands, ma il pubblico è costituito quasi esclusivamente da musicisti. E’ difficile e raro che una persona che non suona segua e supporti la musica underground, senza affidarsi sempre ai grandi nomi. C’è ignoranza, timidezza, paura di sperimentare, un costante bisogno di etichettare qualsiasi cosa per renderla assimilabile più facilmente. Inoltre la scena non è assolutamente supportata dalla scena stessa, anzi, questa lotta fra bands per ottenere un po di fama, non fa altro che impoverire l’ambiente, rendendo le produzioni superficiali, i locali vuoti e il mercato infruttuoso.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Internet è indubbiamente il mezzo di comunicazione piu potente al mondo attualmente. Sicuramente il peer2peer ha definitivamente danneggiato l’industria discografica (come sta danneggiando quella cinematografica ed editoriale) ma nessuno di noi si è mai aspettato di fare soldi vendendo album. Quindi se si sfrutta il web per pubblicizzarsi, per creare una lista di contatti, organizzare date, sicuramente internet ha dato una gran mano anche a noi. Anche da un punto di vista artistico è il miglior modo per conoscere nuove bands, e carpire nuove influenze musicali.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Sicuramente meno rispetto ad altri generi, come il prog, o il power, dove i brani di una band sono finalizzati a dare spazio ai virtuosismi dei musicisti. Noi preferiamo concentrarci sul pezzo, trasmettere energia e potenza, ritornelli orecchiabili, emozioni, e non abbiamo niente da dimostrare. E’ la canzone che conta, perche è quella che rimane per sempre, non i musicisti che la interpretano. 

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Si beh, vediamo..un nome da niente…Ozzy Osbourne? Chissa se il giorno in cui saremo degni di avvicinarci a lui sarà ancora vivo…

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Grazie mille innanzi tutto a te ed a Giornale Metal per lo spazio che ci avete dedicato. Cari lettori, per quanto riguarda voi, a prescindere dagli Amantyde e dal loro album, continuate ad ascoltare buona musica, continuate ad informarvi, ad essere curiosi, mantenete calda la vostra mente, e siate sempre fottutamente rock’n’roll!

Maurizio Mazzarella